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Psicologia

Disturbo Borderline E Disturbi Correlati All’uso Di Sostanze: Dual Focus Schema Therapy

La “Dual Focus Schema Therapy” (DFST) nasce in ambito cognitivo comportamentale e viene proposta da Ball (Ball, 1998; Ball, Richardson, Connolly, Bujosa & O’Neall, 2005). La terapia parte dell’assunto che i disturbi di personalità nascono da un’interazione tra fattori biologici e ambiente fallimentare: entrambi portano a reazioni emotive intense, credenze negative di sé e degli altri, […]

La “Dual Focus Schema Therapy” (DFST) nasce in ambito cognitivo
comportamentale e viene proposta da Ball (Ball, 1998; Ball, Richardson,
Connolly, Bujosa & O’Neall, 2005).

La terapia parte dell’assunto che i disturbi di personalità nascono da
un’interazione tra fattori biologici e ambiente fallimentare: entrambi portano a reazioni emotive intense, credenze negative di sé e degli altri, uso di sostanze e altri meccanismi di coping disadattivi.

Ball (1998) ritiene che questa tipologia di pazienti necessita di obiettivi realistici, come un miglioramento nella qualità della vita e una riduzione dei sintomi, e di un trattamento a medio termine (il trattamento dura 24 settimane).

Fondamentale è che l’intervento sia rivolto alla risoluzione di entrambi i quadri patologici, intervenire in questa direzione può infatti portare a grandi cambiamenti nella catena degli eventi che hanno portato al perpetuarsi dei due disturbi. Questa prospettiva è legata al fatto che diversi comportamenti disadattivi possono essere racchiusi in un solo schema, dunque l’intervento sull’uso di sostanze può avere effetti significativi verso altri comportamenti.

La DFST ha due fasi principali:

  1. La prima integra il trattamento di prevenzione delle ricadute con un’identificazione e analisi degli schemi disadattivi e strategie di coping. Lo scopo è comprendere la loro associazione con l’uso di sostanze e altre
    problematiche;
  2. La seconda modifica gli schemi disadattivi.

Inizialmente il terapeuta comincia con una discussione dei problemi presentati dal paziente e in particolare come questi sono legati all’uso di sostanze. L’obiettivo è quello di raggiungere una sostanziale riduzione dell’uso di sostanze e stabilire un’alleanza di lavoro.

La prevenzione delle ricadute consiste in un’individuazione dei fattori precipitanti che portano la persona ad assumere sostanze, nell’apprendere abilità per affrontare situazioni a rischio e pressioni sociali e infine nello sviluppare nuove attività.

Una volta che il terapeuta ha raggiunto una conoscenza sufficientemente
approfondita del paziente può utilizzare diverse tecniche terapeutiche per ridurre l’incorrere nell’abuso di sostanze e in altri problemi.

La modificazione degli schemi avviene con l’utilizzo di diverse strategie (Ball, 1998):

  1. Cognitiva, dove viene analizzata la reale utilità ed efficacia degli schemi
    disadattivi e viene analizzato l’abuso di sostanze come strategia di coping
    evitante;
  2. Esperenziale, qui sono utilizzati strumenti come roleplaying,
    immaginazione e studio delle origini degli schemi disfunzionali;
  3. Comportamentale, dove avviene un’identificazione dei cambiamenti occorsi nella vita e nell’ambiente e un apprendimento di abilità
    comportamentale e sociali;
  4. Relazione terapeutica, dove avviene un confronto tra schemi e strategie di coping.