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Dipendenze da Sostanze Stupefacenti

Smettere di fumare non è semplice ma ne vale la pena

Non è facile smettere di fumare, data la vera e propria dipendenza da nicotina che si instaura nei fumatori. Infatti, il problema principale di questi ultimi è quasi sempre costituito dall’alta percentuale di recidive.
Quali sono, oggi, gli interventi che sono realmente in grado di aiutare le persone a smettere di fumare?
Attualmente sono disponibili i risultati ottenuti da studi controllati sui seguenti interventi comunemente proposti ai fumatori per aiutarli nel loro intento di smettere:

· terapia nicotinica sostitutiva (gomme da masticare, cerotti, spray, ecc…);

· agopuntura;

· attività fisica;

· trattamento con antidepressivi e ansiolitici.

Fra i trattamenti elencati è emerso che alcuni possono essere realmente di aiuto ai fumatori che intendano smettere, mentre altri non apportano alcun beneficio significativo.
Come si noterà dalla lettura di quanto segue, l’unica “terapia” efficace al 100% è quella di non incominciare mai a fumare.

Terapia nicotinica sostitutiva

Questa è una delle terapie che “funzionano”, nel senso che gli studi hanno evidenziato come questo trattamento aumenti la percentuale di persone che smettono di fumare. Va detto che molti dei pazienti che hanno utilizzato questa tecnica, hanno ricominciato a fumare entro i 5 anni successivi (spesso già entro i primi due mesi). In genere, sono necessari più tentativi prima di riuscire a smettere di fumare definitivamente. I fumatori più accaniti hanno bisogno di dosi di nicotina più elevate per migliorare l’efficacia di questa terapia nei loro confronti. Una osservazione importante, che i fumatori dovrebbero tenere presente, è che coloro che resistono alla tentazione di fumare nella prima settimana di terapia, hanno una buona probabilità di non riprendere a fumare per almeno un anno.
Infine, non si sono riscontrate differenze nell’efficacia tra le gomme da masticare alla nicotina, i cerotti, gli spray nasali e le pastiglie sublinguali. Nessuno di questi metodi di somministrazione è migliore rispetto agli altri.
Gli effetti collaterali, invece, dipendono certamente dal metodo di somministrazione. Per la gomma da masticare si possono riscontrare singhiozzo, disturbi gastrointestinali, dolore mascellare e disturbi al cavo orale. L’irritazione e la sensibilizzazione cutanea sono invece gli effetti collaterali possibili in caso di utilizzo dei cerotti transdermici alla nicotina. Anche per gli spray si possono manifestare fenomeni di irritazione locale. Infine, le pastiglie sublinguali possono causare singhiozzo, sensazione di bruciore, mal di gola, tosse, labbra secche e ulcere alla bocca.

Agopuntura: aiuta a smettere di fumare?

Questa tecnica viene spesso proposta come un valido aiuto per smettere di fumare. La realtà clinica, però, non è a favore dell’agopuntura. Studi controllati, condotti su ben 3772 soggetti, hanno chiaramente dimostrato che questa tecnica non apporta alcun beneficio significativo a chi vuole smettere di fumare, rispetto al placebo. Ciò significa che coloro che si sottopongono ad agopuntura hanno le stesse difficoltà, le stesse recidive e, in generale, gli stessi disagi e le stesse problematiche di chi decide di astenersi dal fumo di propria spontanea volontà senza alcuna terapia di aiuto.
Va detto che l’agopuntura, in genere, non manifesta alcun effetto collaterale significativo.

L’attività fisica contro il fumo

Benchè siano stati condotti alcuni studi a riguardo, ancora non vi sono dati sufficienti a chiarire se lo svolgimento di un’attività fisica possa essere di aiuto a coloro che intendano smettere di fumare. Comunque, si pensa che difficilmente l’attività fisica potrà mai costituire, da sola, un valido aiuto per coloro che desiderano smettere di fumare.

Trattamento con antidepressivi e ansiolitici. Per quanto riguarda l’utilizzo degli ansiolitici per aiutare i fumatori a smettere di fumare, quattro studi condotti su un totale di più di 600 soggetti, hanno mostrato come questi farmaci non sono di alcun aiuto. In compenso, gli ansiolitici possono dare problemi di dipendenza ed astinenza che, nel caso dei fumatori, non farebbero altro che complicare il loro stato sensibilmente.
Invece, è stato dimostrato che il bupropione (un antidepressivo) è in grado di aiutare in maniera significativa i fumatori che intendono smettere. Anche in questo caso, come nel caso della terapia nicotinica sostitutiva, ciò che è effettivamente emerso è che la percentuale di coloro che si astenevano dal fumare fino a 12 mesi è più alta tra le persone che assumevano bupropione rispetto a coloro che assumevano un placebo.
Gli effetti collaterali legati all’uso di questo farmaco vanno dalla cefalea, all’insonnia, alla secchezza delle fauci. Va riportato che è alta la percentuale (10%) di coloro che a causa degli effetti collaterali spesso abbandonano questa terapia.

Smettere di fumare vale davvero la pena

Qui sotto una tabella che mostra alcuni dei benefici immediati e perpetui nel tempo dello smettere di fumare: condurre una vita più sana e più rispettosa di te stesso e di chi ti sta intorno è un’ottima scelta, inziala il prima possibile!

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Alcol e Alcolismo Dipendenze da Sostanze Stupefacenti Droghe Sostanze Stupefacenti

Le Sostanze Stupefacenti tra i Giovani nel Loisir Notturno

Loisir Notturno e Droghe: Un connubio pericoloso
La diffusione di sostanze stupefacenti nelle discoteche

Il mondo del loisir notturno, rappresenta un ambiente peculiare, all’interno del quale, il consumo di sostanze vecchie e nuove, assume una valenza strettamente correlata, alla fruizione del divertimento stesso. Tra i giovani, l’uso sperimentale di alcol e di droghe, è in gran parte collegato alla curiosità, a comportamenti e stili di vita di tipo imitativo all’interno del gruppo, alla reperibilità, ad occasioni favorevoli ed è spesso associato a momenti di socialità e di divertimento. Negli ambienti di vita notturna, l’uso di sostanze stupefacenti, è spesso causato dall’intenzione di divertirsi. Per questi giovani, il rischio è collegato, alla possibile futura dipendenza e ad eventi occasionali, associati ad alterazioni (incidenti) o inesperienza (overdose).

Recenti indagini, mettono in rilievo, come le occasioni di contatto con le droghe mutino sensibilmente in base al genere e all’età dei soggetti, raggiungendo il picco più alto attorno ai 18 anni, per poi declinare già a partire dai 20 anni, e con una costante maggiore esposizione dei maschi rispetto alle femmine. A questo primo elemento si affiancano altri fattori strutturali, rappresentati dal fatto di abitare in città con più di 250000 abitanti o in regioni del Centro o del Nord Ovest del Paese, oppure dal fatto di provenire da famiglie di status sociale più elevato.

Le uscite serali, legate al mondo del loisir notturno, sono dei fattori di rischio verso la propensione ad usare le droghe, soprattutto correlata agli orari di rientro notturno. Infatti, se coloro che dichiarano di rincasare entro mezzanotte, hanno indici di contiguità verso l’uso di droghe decisamente inferiori alla media, tra coloro che fanno rientro dopo le 3,00 di mattina, gli stessi indici, raggiungono valori doppi, rispetto alla media generale del campione.

Nei giovani l’utilizzo di alcol e di droghe si profila come delle vere e proprie scelte di consumo, che fanno riferimento alla situazione, alla compagnia e agli effetti che si vogliono ottenere, e a questi, vengono associate le sostanze disponibili in quel momento. Così l’utilizzo d’ecstasy e di cocaina, è maggiormente connesso agli ambiti del divertimento serale, mentre il consumo di cannabis risponde più spesso ad un bisogno di gruppalità soprattutto tra i ragazzi più giovani. Tutto questo sullo sfondo di un più ampio quadro di diffusione e crescita di attività del loisir, fortemente centrate attorno alla massimizzazione delle emozioni adrenaliniche.

Recenti studi, mettono in evidenza, come l’uso d’alcol e di sostanze stupefacenti, sia legato all’offerta dell’industria del divertimento. La cannabis è la droga di cui principalmente viene notato l’uso, soprattutto all’interno dei centri sociali e circoli, dei disco-pub, dei bar e dei pub. Dopo la cannabis, emerge un alto uso di cocaina ed ecstasy, soprattutto nei centri sociali, nelle discoteche e nei risto-ballo. L’andamento della cocaina è assimilabile a quello dell’ecstasy, ma con percentuali più elevate. L’utilizzo di queste sostanze, assume una valenza ricreazionale ed è associata all’intenzione di divertirsi. Le “sostanze ricreazionali”, sono legate all’aspetto socializzante e sono maggiormente associate alla componente del ballo e della musica. Non a caso si riscontra un maggior consumo di sostanze stupefacenti nei luoghi del ballo, della post-discoteca e degli after-hour. Correlativamente con l’avanzamento della notte e la rispettiva offerta d’intrattenimento, tende ad aumentare il consumo di sostanze stupefacenti, raggiungendo il picco negli after-hour, che segnano la tappa finale di una notte di divertimento.

Non si riscontra o comunque c’è un uso marginale, di eroina all’interno dell’intrattenimento notturno. Ciò è facilmente spiegabile con il fatto che il consumo d’eroina è “occulto”, nascosto, legato più alla sfera strettamente privata, piuttosto che agli ambiti di socializzazione e del divertimento.

Se l’eroina, non si pone come sostanza a scopo ricreazionale, l’alcol è la sostanza psicoattiva, che ha il maggior abuso e diffusione a scopo ricreativo. Rispetto al momento del divertimento e aggregazione, emerge che il maggior abuso d’alcol, soprattutto di cocktail e di superalcolici, è legato alla situazione del ballo durante il wee-kend, senza escludere i luoghi in cui ci s’incontra prima e dopo la discoteca. E’ possibile ipotizzare una modalità di consumo per tappe, in cui c’è una maggiore probabilità di riscontrare un abuso, man mano che si avanza nelle ore della notte. Rispetto all’offerta dei locali, s’individua differenti probabilità di riscontrare un abuso d’alcol: happy-hour, aperitivo, cena, pre-disco, ballo, post-disco, after-hour. L’andamento della probabilità di ritrovare un abuso, durante il fine settimana, segue un andamento lineare e progressivo, che tende ad aumentare, man mano che si va dagli aperitivi alla tarda notte, raggiungendo alte percentuali d’abuso, negli after-hour. Durante la settimana, il consumo d’alcol segue un andamento opposto al week-end, perché diminuisce, man mano che si avanza verso le ore tarde della notte. Questo è spiegabile anche in relazione alla fruizione del divertimento, che si adegua ad un arco temporale più ristretto.

Attualmente si riscontra un alto consumo fra i giovani di birra, seguita da i cocktail e dai superalcolici. Il vino è la sostanza alcolica di cui si osserva invece il minor consumo, fra la popolazione giovanile. La prevalenza del consumo di certe bevande, conferma la plausibilità dell’ipotesi di uno stile giovanile del bere, che si avvicina al modello anglossassone, in cui il valore d’uso principale del bere è costituito dall’euforia, a discapito di un valore d’uso alimentare del vino, tipico del modello mediterraneo. Questo mutamento in corso, va esaminato all’interno dei cambiamenti più generali dei consumi alcolici e delle trasformazioni sociali in atto. L’adozione di un nuovo stile del bere, può creare una situazione di assenza di regole nella quale trova spazio l’abuso non regolato. Dai dati Iard, emerge la tendenza fra i giovani tra i 15-24, verso un aumento nel giudicare un comportamento ammissibile l’ubriacarsi. L’ammissibilità verso l’uso e l’abuso d’alcolici, come l’ubriacarsi è aumentata, di oltre 18 punti dal 1992 al 2000. A un atteggiamento di ammissibilità verso l’abuso di alcol, corrisponde la diffusione di comportamenti, che fanno dell’alcol, la sostanza maggiormente usata, all’interno della popolazione giovanile, da sola o in concomitanza ad altre sostanze.

Tipi di droghe: caratteristiche ed effetti

Preso atto della larga diffusione dell’uso di droghe e d’alcol, all’interno dei luoghi del loisir notturno, è importante mettere in evidenza gli effetti di quelle sostanze, che risultano essere di maggior diffusione, consumo e fruizione.

Il termine droga, dall’etimologia incerta, raggruppa un insieme di sostanze di varia origine, con meccanismi d’azione e d’effetti estremamente vari. Gli effetti delle droghe, dipendono da alcuni fattori in particolare dal set (condizioni psicofisiche delle persone), dal setting (contesto, situazione) e dalla sostanza (dosaggi, purezza, etc). Tutti i mix di più sostanze, comportano rischi maggiori per la salute, in quanto si possono verificare interazioni pericolose di cui non si conoscono gli effetti. Anche le modalità d’assunzione presentano dei rischi (aids, epatite, iperdosaggi, etc), come pure le condizioni psicofisiche individuali (allergie a particolari componenti, malattie latenti) e il setting (non sicurezza della struttura d’assunzione, amici non vicini, etc).

Ecstasy

Ecstasy Droga Sostanze Stupefacenti
Ecstasy Droga Sostanze Stupefacenti

La sigla chimica dell’ecstasy, è 3,4-metelinediossi-N-metilanfetamina, abbreviata, in Mdma. L’ecstasy o Mdma, è un derivato dell’anfetamina, come le molecole di Mdea (Eve) e di Mda (Love Drogs). Queste sono “anfetamine psichedeliche”, per indicare la sintesi a livello chimico, fra la molecola di anfetamina e la mescalina, che è il principale alcaloide del cactus allucinogeno peyote. Tali “anfetamine psichedeliche”, non appartengono alla classe degli psichedelici, perché non producono di per sé allucinazioni o visioni, ma aumentano la percezione sensoriale e la capacità comunicativa e per tali effetti, sono classificate come entactogeni (che tocca dentro) o empatogeni (produttori d’empatia). Tra le tre varianti di “anfetamine psichedeliche”, l’Mdma è quella che riesce ha produrre maggiori effetti empatogeni.

Il dosaggio d’ecstasy è soggettivo e varia dai 75 mg ai 150 mg, per via orale, sottoforma di pasticche, solitamente colorate e con disegni diversi, in relazione all’effetto maggiormente causato. I primi effetti fisici, si manifestano in 30-60 minuti dopo l’assunzione e comprendono sintomi, come la dilatazione delle pupille, leggera nausea e stordimento. Gli effetti più marcati, come l’aumento del buon umore, della loquacità, del sentirsi in sintonia con gli altri e con il mondo intero, si presentano dopo un paio d’ore dall’assunzione e coincidono con il rilascio massiccio della serotonina (5HT) un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore, comportamento alimentare e il ciclo sonno-veglia.

Anche se gli effetti psichici prodotti dall’assunzione d’ecstasy, sono molto diversi da persona a persona, è possibile individuare quelli abituali, tra cui spicca una sensazione paradisiaca. Il soggetto in ecstasy, prova empatia per chiunque e aumenta la propensione a parlare e alla confidenzialità, con il rischio di fidarsi di chi non si conosce bene. In realtà queste propensioni affettive (se pur difficilmente misurabili) non sono esclusivo appannaggio dell’ecstasy. Basta pensare all’uso dell’alcol come “lubrificante” sociale nei party, oppure allo stato di gioia e all’apertura d’animo, indotte dalle prime tirate di “fumo” (inteso come haschish). Altro effetto psichico, prodotto dal “calarsi” d’ecstasy, è la distorsione di tutte le sensazioni, tra cui in primis, il tatto (questo spiega la propensione a toccare ripetutamente tessuti ed oggetti, tanto da definire l’ecstasy, come “droga dell’abbraccio”), il gusto, la vista e l’olfatto (manifestabile nella tendenza a fiutare ripetutamente cibi e bevande). Tenendo conto dell’esplodere dell’empatia, dell’incremento della fiducia nel prossimo, insieme al piacere dato dal contatto fisico, (che in ambienti come la discoteca, viene amplificato dal ballo e dalla visione delle cubiste), porta ad implicare un aumento del desiderio sessuale. Studi autorevoli, smentiscono un aumento dell’eccitazione e del desiderio sessuale, anzi l’ecstasy, tende a frenare l’orgasmo. Questo delucida perché vada di moda la “sextasy”, ovvero una miscela di ecstasy e di Viagra. Altro effetto psichico, che viene indotto con l’assunzione d’ecstasy, è la capacità di promuovere una stimolazione psicomotoria che consente al giovane “d’attraversare tutta la notte” e quindi di affrontare per ore fino all’alba e a volte oltre, (con gli after hour), la fatica del ballo, eliminando il senso della stanchezza , della fame, della sete e del sonno.

Effetti collaterali sono prodotti a livello somatico e possono essere la secchezza delle fauci, contrazioni della mascella, spasmi muscolari, nausea, crampi e aumento della pressione e del battito cardiaco. Quest’ ultimo fattore, può causare in concomitanza di altri elementi, come il ballare per ore senza sosta e spesso in locali non aerati, indossare abiti non traspiranti, bere poco o per niente, un aumento della temperatura corporea, che origina uno shock cardiovascolare o una ipertermia maligna, in cui la temperatura corporea, supera i 41-42°. Una temperatura elevata del corpo, è una condizione favorevole per originare emorragie cerebrali (ictus), emorragie interne o per fino la morte.

L’ecstasy è intrinsecamente neurotossica. Infatti, un dosaggio acuto troppo elevato e/o una frequente somministrazione di dose piccole, può portare ad una degenerazione dei neuroni 5HT2, che lavorano con la serotonina. La difficoltà a ristabilire un normale riequilibrio di serotonina, può determinare effetti collaterali permanenti, come perdita della memoria, crisi di panico, alterazioni del tono dell’umore e altro. Il rischio di neurotossicità aumenta, quando insieme all’ecstasy sono somministrate altre sostanze, che riducono o inibiscono il livello di serotonina, come la fluoxetina (principio attivo dell’antidepressivo Prozac) o il Marplan (farmaco antidepressivo). Altro fattore che può aumentare la tossicità dell’ecstasy, è il suo livello di non purezza. L’esistenza di un mercato clandestino, che mette in commercio pasticche composte, da un miscuglio imprecisato di sostanze (è stata rilevata la presenza di alcune sostanze pericolose, come: stricnina, barbiturici, eroina, anfetamine, veleno per topi, vermifugo per animali domestici, piombo etc.) con una percentuale molto bassa di Mdma, è causa d’effetti fisici e mentali, imprevedibili e pericolosi.

Dopo 3-6 ore dall’assunzione d’ecstasy, segue un esaurimento di 5 HT, per avere entro 24ore, un normale ripristino dei suoi livelli. La diminuzione dei livelli serotoninici, costituisce la fase del down, caratterizzata da stanchezza, sonnolenza, depressione, irrequietezza, alta irritabilità. Questo quadro sintomatico può essere interpretato come un recupero fisiologico, ma per taluni il disagio è così alto, che cercano di mitigarlo, fumando l’erba, ingerendo un tranquillante, respirando protossido d’azoto (noto come “laughing gas”) o addirittura iniettandosi l’eroina.

Il vero problema, è constatare se l’uso protratto d’ ecstasy, possa comportare alterazioni psichiche persistenti. Ci sono documentazioni, che rilevano una psicotossicità cronica permanente, (perdita della memoria, flas-back, Pandora syndrome, ovvero una testa piena d’immagini che vengono dall’inconscio), ma a causa di un impianto metodologico debole, rimane difficile individuare se l’ecstasy, sia la diretta causa di queste turbe psichiche, oppure sia un agente slatentizzante di una già soggiacente turba psichica (effetto patoplastico).

Ketamina

Ketamina Sostanze Stupefacenti Droga
Ketamina – Droga

La Ketamina una sostanza nota nell’industria farmaceutica da almeno quaranta anni. E’ usata sia da medici che da veterinari, per avere un anestesia breve ma intensa. Di recente diffusione (a partire dalla fine degli anni settanta), nell’ambito ricreazionale, sotto i nomignoli di K, Special K, Ket, Cat Valium. I giovani la consumano come droga dance molto forte, e molto spesso, viene spacciata come ecstasy. La dose ricreazionale va dai 25-50 mg e si conosce due modi d’uso. Il primo, è l’iniezione della fiala per endovena o endomuscolo, che però è poco usata, poiché l’iniezione è molto dolorosa; l’effetto si ha dopo qualche minuto e dura tra i 45’ e i 90’ e si estingue entro 4-6 ore. Il secondo modo d’uso, è quello di trasformare il liquido delle fiale in polvere, attraverso il suo riscaldamento. La polvere ottenuta viene sciolta con un liquido acido come l’aranciata oppure viene fumata o sniffata. Per via orale l’effetto comincia non prima di 20’, dura fino a 90’ e si estingue entro le 8 ore; per via nasale l’effetto si manifesta entro 10’, ma dura solo fino a 30’e si estingue entro 90’.

L’effetti psichici prodotti dall’assunzione, è uno stato euforico e dissociativo (separazione del corpo dalla mente), spesso accompagnato da diversi livelli di dispercezione, come il “flanging” (ricezione delle sensazioni visive e uditive in forma ritmica frammentata e rallentata) o ancora più grave la diplopia (si vede doppio) e cecità caotica (immagini mal definite, tanto da diventare irriconoscibili). Mentre lo stato euforico si estingue, segue uno stato d’intontimento (“stoning character” ). I rischi, sono legati alla manifestazione degli effetti somato-neuro-tossici, come le vertigini, mancata coordinazione motoria, allucinazioni, delirio, disturbi visivi, trisma e convulsioni.

Anfetamine–metamanfetamine

anfetamine-e-psicofarmaci
Anfetamina – Sostanza Stupefacente

Anfetamine e Metanfetamine sono degli stimolanti ed agiscono attraverso l’eccitazione delle vie dopaminergica ed adrenergica, provocando come effetti psicoattivi, un’iniziale euforia e sensazione di benessere simili a quelli prodotti dalla cocaina. A livello fisico, in fase acuta, determina un aumento del battito cardiaco, del numero di atti respiratori, della pressione arteriosa e della temperatura corporea.

La diffusione in ambito ricreazionale, è legata alla capacità, di determinare: socializzazione, eccitazione, motivazione, aumento dell’attenzione. La durata dell’effetti è di alcune ore e lascia come effetti indesiderati uno stato di depressione, comportamento antisociale e paranoia. Tra le anfetamine le sostanze più note in ambito ricreazionale, sono i solfati di anfetamine, speed, fischio, billy.

Le metamafetamine, come l’ice, crystal, shaboo, crack, sono più potenti delle comuni anfetamine, in cui l’effetto arriva a durare fino a 24 ore. Solitamente tali sostanze sono utilizzate per via orale, ad eccezione dell’ice, che è solitamente fumato, attraverso l’uso di pipe.

Inalanti

Il popper (nitrito di amile, butile, isobutile), è il più diffuso ad uso ricreazionale, e si trova generalmente in fialette il cui contenuto viene inalato. Gli effetti iniziano dopo 7-15 minuti dall’assunzione e durano per 30-90 minuti. Dopo l’inalazione, si avverte un senso di stordimento, che può essere seguito da vertigini e cefalee. E’ un eccitante, che provoca a livello del sistema nervoso centrale un maggior afflusso di sangue ed un rilassamento della muscolatura liscia (ivi inclusa quella degli sfinteri, di qui l’uso tra gli omosessuali). L’uso del popper, in concomitanza di altre sostanze, aumenta l’insorgenza di accidenti cardio-vascolari.

Cocaina

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Cocaina

La cocaina è l’estratto della foglia della pianta della coca, che si presenta come una polvere bianca, cristallina, quasi impalpabile e di sapore amaro. La polvere bianca è solitamente “sniffata” per via nasale. Il crack è un tipo di cocaina a base libera, ottenuto attraverso un processo di manipolazione chimica, denominato “free base”, che consiste nel riscaldare la cocaina con soda ed acqua, che appunto libera la cocaina dalla base cloridrato. L’elevato potenziale d’ induzione alla dipendenza, deriva dalla moltiplicazione degli effetti stupefacenti e stimolanti della cocaina che, non più appesantita dalla base cloridrato, agisce direttamente sulle terminazioni del sistema nervoso centrale.

La cocaina agisce su alcune sostanze che, nel nostro cervello, influenzano l’energia, la memoria, la vigilanza, l’umore e il piacere. Chi la consuma cerca energia, potenza e una forte stimolazione sessuale. Inoltre, tende a sopravvalutare se stesso, le sue capacità e a sottovalutare le conseguenze, magari rischiose, di ciò che fa: un vero pericolo se si guida o si è in situazioni in cui è meglio tenere a bada l’aggressività. I maggiori effetti negativi, a livello fisico, è l’ eventuale manifestazione di: tremori, ipertensione, tachicardia, temperatura che sale, difficoltà a mangiare e a dormire.

Quando l’effetto finisce, c’è il “down”: ci si sente stanchi, senza energie, si entra in depressione. E con il tempo e l’aumentare delle dosi, in fase di down si arriva a non provare più piacere per nulla. La cocaina da tossicomania, cioè dipendenza, non si riesce più a farne a meno in tempi molto rapidi. La dipendenza da cocaina è molto difficile da curare. Chi esagera si sente stressato, insonne, mangia male e, alla lunga, può avere problemi con le sue prestazioni sessuali. L’overdose, può portare alla morte per arresto cardiaco, convulsioni o paralisi respiratoria. Effetti collaterali e rischi, si moltiplicano se la cocaina viene fumata (crack) o iniettata in vena, perché arriva più velocemente al cervello. Il mix con alcol e altre droghe aumenta i rischi. Il consumatore cronico è spesso ansioso, irritabile, sospettoso e suscettibile. In casi estremi, può arrivare alla paranoia, al delirio e avere allucinazioni che sfociano in psicosi vere e proprie.

Lsd

LSD droga Sostanze Stupefacenti
LSD – Droga Stupefacente

L’lsd è un semisintetico dell’acido lisergico. Comunemente chiamato “acido”o “trip”, è il più potente e diffuso allucinogeno. Viene consumato per via orale, attraverso la somministrazione di compresse dette micropunte oppure di francobolli di varie misure, imbevuti di una soluzione alcolica di lsd. La dose è di 150-300 microgrammi e gli effetti compaiono da 15’ a 1 ora dopo l’ingestione e durano 6-8 ore. L’lsd produce una modificazione delle percezioni spazio temporali, euforia ed alcuni effetti stimolanti.

Le distorsioni percettive sono frequenti, come il vedere suoni e il sentire colori, oppure la persistenza nel vedere immagini anche quando l’oggetto è scomparso (after image o trailing). Tutto ciò, accompagnato a rallentamento dei tempi di reazione, può comprensibilmente, rendere la guida di un autoveicolo un compito molto difficile. L’lsd può far salire la temperatura del corpo, aumentare la pressione del sangue, provocare tachicardia e dare un senso di vertigine e nausea.

Gli effetti cambiano, e di molto, a seconda del posto in cui ci si trova e dello stato emotivo e fisico di quel particolare momento. Può capitare facilmente che anche una lontana traccia d’inquietudine faccia cambiare la direzione del “viaggio” con ansia acuta, reazioni di panico, allucinazioni paurose che si autoalimentano e crescono fino a perdere il controllo e entrare in paranoia anche con deliri di persecuzione (bad trip). Il consumo anche di un solo francobollo in cui ci sia molto lsd può provocare depressione, paranoia, psicosi e “flashback”: a distanza, anche di molto tempo, il “viaggio” ritorna improvviso e inaspettato. Anche se, si consuma poco, personalità più vulnerabili possono rimanere a lungo squilibrate con danni permanenti. Il mix con alcol e altre droghe fa aumentare i rischi e gli effetti non ricercati.

Funghi allucinogeni

I funghi allucinogeni sono degli allucinogeni vegetali; in natura ne esistono di tantissime varietà e vengono ingeriti. Gli effetti più comuni, sono le distorsioni spazio-temporali e la loquacità. I rischi sono associati all’abuso, possono comportare forti allucinazioni, paranoia, vomito. Tra i più diffusi, c’è il fungo peyote e l’amanita muscaria, in gergo denominati ”funghetti magici”.

Oppio

Capsula e fiore del seme di Papavero: Oppio Droghe e Sostanze Stupefacenti
Capsula e fiore del seme di Papavero: Oppio

Lattice disseccato, ottenuto per incisione delle capsule del papavero bianco. L’oppio si assume per via orale o si fuma riscaldandolo. Gli effetti come tutti gli oppioidi, sono la riduzione della sensibilità al dolore, dell’ansia e del disagio. Gli effetti specifici, consistono generalmente in una sensazione di leggerezza, di immortalità, di prestanza intellettuale e fisica; la sensazione di piacere, è determinata dal blocco di stimoli spiacevoli, quali il dolore, l’angoscia, la paura e dall’attenuazione degli stimoli esterni. L’immaginazione viene esaltata, senza arrivare a delle vere e proprie allucinazioni. I rischi sono l’indebolimento fisico e psichico, la dipendenza.

Eroina

L’eroina è un derivato della morfina; si trova sottoforma di polvere finissima o granulare di colore bianca, marrone o rossastra a seconda della purezza. Il cobret è un tipo d’eroina, o più esattamente un prodotto intermedio di lavorazione ottenibile saltando la fase di acetificazione,che trasforma l’eroina base, in eroina cloridrato (iniettabile).

L’eroina può essere iniettata, sniffata e fumata. L’iniezione attraverso l’uso promiscuo di siringhe, aumenta il rischio di contrarre l’Aids, l’epatiti, la tubercolosi e le malattie veneree. Gli effetti sono un generale e diffuso stato di benessere, la scomparsa d’angosce e timori, l’annullamento del dolore fisico. Si istaura in breve tempo, una rapida assuefazione, dipendenza psichica e fisica, con tutte le conseguenze che questa comporta. L’uso continuo provoca la scomparsa degli effetti piacevoli, fino ad arrivare all’assunzione solo per restare “normale” e combattere la crisi d’astinenza. L’astinenza si manifesta dopo otto ore dall’ultima dose, con la comparsa d’ansia, sbadigli, sudorazione, lacrimazione, insonnia, vampate di calore alternate a sensazioni di freddo, crampi e dolori addominali; dopo trentasei ore spossatezza, aumento della pressione e della temperatura, tachicardia, respirazione rapida. La crisi può protrarsi fino a dieci giorni; secondo alcune ricerche, nei sei mesi seguenti si possono verificare insonnia, una sensazione imprecisata di malessere, depressione: tutti fattori che determinano delle ricadute.

L’uso dell’eroina porta ad un decadimento dello stato generale di salute: abbassamento delle difese immunitarie, carie e perdita di denti. Nelle donne si osserva una diminuzione di fertilità e la scomparsa del ciclo mestruale; in gravidanza aumenta il rischio d’aborto. La vita diventa disordinata e stressante, caratterizzata da sbalzi d’umore, con forti paranoie quando manca la dose d’eroina. Infatti, chi assume eroina, diviene rapidamente un emarginato e perde progressivamente tutti gli altri interessi; la necessità irrinunciabile d’eroina porta a considerare gli altri soprattutto come una fonte di denaro, con assillanti ricerche di prestiti e furti anche ad amici e familiari.

Marijuana / Hashish

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Marijuana – Droga Stupefacente leggera

La marijuana si crea dalle foglie e dai fiori secchi della cannabis, una pianta originaria dell’Asia, ma che è ormai coltivata e diffusa in tutto il pianeta. Comunemente conosciuta, come marijuana o “maria”, “erba”, “fumo”.

L’hashish, è la resina ricavata dalla pianta della cannabis, che solitamente viene impastata con del miele o del grasso animale, si trova sottoforma di tavolette di colore giallo-marrone o nero-verdastro. Solitamente, sia la marijuana, che l’hashish, sono fumati mescolati insieme al tabacco, ma possono essere, anche ingeriti, attraverso cibi o infusi. Gli effetti della marijuana e dell’hashish, sono quasi immediati e svaniscono dopo quasi tre ore: aumento delle percezioni sensoriali, aumento dello stimolo della fame, occhi arrossati e problemi di salivazione, diminuzione della pressione che, specie se si è assunto alcol, può provocare malessere nausea e svenimenti. Ci si sente subito rilassati e dopo l’iniziale euforia, un po’ confusi mentalmente.

Le “canne” rallentano i riflessi e quindi, messi così, confusi e poco concentrati, diventa pericoloso fare molte cose, soprattutto guidare. In generale, comunque, gli effetti sono legati allo stato d’animo dei consumatori, per cui se si è agitati o in ansia vengono amplificati gli effetti negativi e si sta ancora peggio. In alcuni casi e in soggetti che assumono forti quantità, si può verificare una modificazione dello stato emotivo con tristezza, tendenza all’isolamento, ansia ed apatia, assenza di partecipazione, disturbi dell’attenzione e della memoria identificati come “sindrome amotivazionle”.La cannabis inoltre ha un effetto di rottura nei confronti dei rapporti formali e gerarchici: i rapporti imposti dalle convenzioni vengono mal sopportati. Conseguentemente l’uso di cannabis, crea delle problematiche in situazioni in cui i rapporti, siano appunto di lavoro, di studio o comunque d’impegno e non di tipo ricreativo. A livello fisico, nel caso di forti dosi, è facile sentirsi male con una sindrome detta “collasso”, in cui si diviene pallidi, si suda freddo, si ha capogiri e nausea.

Alcol etilico

L’alcol etilico o etanolo, è una sostanza liquida incolore che si forma per fermentazione di zuccheri semplici. Vino, birra, distillati, superalcolici: mille forme di consumo del tutto lecite, che non devono far dimenticare, i rischi connessi all’uso di questa sostanza. Il consumo di alcol non è illegale, ma fa parte della nostra cultura. Questo porta a sottovalutarne i rischi, causando comportamenti dannosi per la salute fisica psichica e sociale. Si beve per rompere il ghiaccio verso gli altri, poiché il primo effetto è quello dell’ebbrezza: una sensazione di leggerezza, voglia di parlare, socievolezza, allegria. L’effetto dell’alcol, oltre che dalla quantità assunta, è determinato anche dal peso corporeo, dall’età, dal sesso per cui è bene conoscere le proprie reazioni all’alcol. L’uso continuato, per il fenomeno della tolleranza (aumento della quantità per ottenere i soliti effetti), può portare alla dipendenza. Con la dipendenza, si avvertono sintomi di mancanza della sostanza, tremori alle mani e alla lingua, crampi, nausea, ansia, irritabilità. A livello fisico l’uso continuativo d’alcol, provoca gastriti, ulcere, epatiti, cirrosi. A livello psichico, l’alcol porta dei cambiamenti d’atteggiamento, con la tendenza a diventare violenti, aggressivi, petulanti. Anche piccole quantità di alcol (un paio di bicchieri di vino, un boccale di birra, un bicchierino di superalcolico), possono determinare modificazioni della percezione del pericolo, della velocità, delle distanze e per questo l’alcol è causa di molti incidenti stradali.

Diffusione e Uso delle droghe e dell’Alcol

Loisir Notturno e Droghe: Un connubio pericoloso
La diffusione di sostanze stupefacenti nelle discoteche

L’uso di droghe e alcol, risulta correlato a momenti di socialità e divertimento, ed è concentrato nei luoghi dove si balla. Rispetto al “quando” si nota che l’abuso di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti sono concentrati nel fine settimana ed aumentano con l’ora della notte. I soggetti consumatori d’alcol e di droghe, a scopo ricreazionale, non appartengono alle fasce sociali più svantaggiate o alle frange dell’emarginazione, ma vanno ricercati tra i giovani, gli studenti, gli impiegati, provenienti da categorie benestanti e acculturate. Per questi giovani, il rischio è collegato alla possibile futura dipendenza, ad eventi occasionali associati ad alterazioni (incidenti) o inesperienza (overdose), e dal consumo a lungo termine. La maggior parte ne fa un uso ricreativo contestuale, soprattutto nei luoghi del divertimento, e probabilmente solo una minoranza sarà interessata da fenomeni di dipendenza cronica e da conseguenti problematiche di disagio psico-sociale ed esclusione, tipici degli alcolisti e dei tossicodipendenti.

In rapporto alla sostanza stupefacente consumata ed ai modelli di consumo, si riscontrano notevoli differenze nelle condizioni sociali; le condizioni peggiori sono rilevabili tra i consumatori di eroina ed oppiacei e tra i tossicodipendenti cronici. Si è rilevato che le condizioni sociali dei tossicodipendenti, è caratterizzata da un livello d’istruzione basso (non essere mai andato a scuola; non aver completato le scuole elementari), da una condizione lavorativa di disoccupato e con una condizione abitativa precaria.

La tipologia del consumo di sostanze stupefacenti, all’interno della popolazione, si divarica su tre diversi livelli ed è correlata a fattori sociodemografici, alla percezione del rischio, agli stili di vita. Si distingue, un tipo di consumo come “esperienza una tantum” di sostanze stupefacenti, ovvero come un uso qualsiasi, nell’arco della vita di una persona. Un secondo tipo di consumo è denominato “uso recente” di sostanze stupefacenti, ovvero un uso qualsiasi nell’arco dei dodici mesi. Un terzo tipo di consumo è l”uso corrente” di sostanze stupefacenti, riferendosi ad un uso qualsiasi negli ultimi trenta giorni.

Il consumo di stupefacenti come esperienza una tantum e uso recente è superiore tra i giovani adulti (15-34 anni), che non nella popolazione nel suo complesso. La prevalenza di questi modelli di consumo fra i giovani adulti, si collega a un uso delle sostanze a scopo ricreativo, che appunto richiede uso contestuale al momento del divertimento.

Escludendo tabacco e caffeina, l’alcol è la sostanza psicoattiva maggiormente utilizzata dai giovani dell’Unione Europea. Si riscontra un aumento dei livelli d’ubriachezza e dell’uso corrente dell’alcol a fini ricreativi. Il bere da parte dei giovani fino ad ubriacarsi, denominato “binge drinking” (cinque o più bicchieri di seguito, negli ultimi trenta giorni), costituisce un crescete problema. In Italia oltre il 40% dei ragazzi, fanno un esperienza una tantum, di ubriachezza A ciò si connette la tendenza giovanile a coniugare l’uso d’alcol insieme a droghe illecite.

Riguardo al consumo di sostanze illecite, si concentra nei giovani adulti (15 -34 anni), soprattutto nella fascia maschile rispetto a quella femminile ed è prevalente nelle aree urbane, anche se recentemente si stia diffondendo nelle città più piccole e nelle aree rurali.  Tra le sostanze illecite il consumo di cannabis, risulta di uso più frequente in tutti i paesi dell’Unione Europea, ed è in costante aumento. In Italia oltre il 20 % dei giovani fa un uso di cannabis. Questo comportamento va di pari passo con l’atteggiamento di permissivismo verso l’uso di cannabis, che è andato progressivamente aumentando a partire dagli anni 90. L’esperienza una tantum della cannabis è molto più elevata rispetto all’uso recente o corrente: ciò fa supporre che l’uso della cannabis tende ad essere occasionale, oppure che viene interrotto dopo qualche tempo.

Le sostanze illecite diverse dalla cannabis (anfetamine, ecstasy, cocaina) sono consumate da percentuali molto inferiori da parte dei giovani adulti. Anche in questo caso il consumo regolare o pesante è raro; per la maggior parte delle persone si tratta di consumo di breve durata, ovvero l’esperienza una tantum di sostanze stupefacenti è nettamente superiore ad un uso recente.

Dopo la cannabis, le droghe di uso più frequente sono di solito l’ecstasy o le anfetamine. In passato, la prevalenza dell’uso di anfetamine era in genere superiore alla prevalenza dell’uso di ecstasy, ma oggi questa differenza è meno evidente. Come accade con la cannabis, i tassi più elevati in termini di esperienza una tantum ed uso recente, si riscontrano tra i giovani adulti. Alcuni indicatori fanno pensare che il consumo d’ecstasy abbia continuato a diffondersi in alcune aeree della popolazione giovanile urbana Europea. Da alcuni studi emergono tassi di prevalenza estremamente elevati tra questi gruppi, per quanto nella popolazione in generale, non si osservi un aumento pronunciato del consumo d’ecstasy. A differenza degli altri paesi Europei, in Italia tra i giovani adulti è superiore un consumo recente di cocaina, rispetto ad un consumo recente d’ecstasy e anfetamine. Mentre il consumo d’eroina nei giovani adulti, è in calo in tutti i paesi dell’ Unione Europea.

Il livello di diffusione dello sostanze stupefacenti, è direttamente collegato dalle rotte internazionali della droga. L’Italia, come è noto, non è un paese produttore di sostanze stupefacenti. Le droghe dunque giungono nel paese direttamente dai Paesi produttori e raffinatori, in relazione all’efficacia delle attività di contrasto, poste in essere dagli Organismi nazionali interessati. In Italia i flussi di cocaina e anche di cannabis, giungono a partire dalla diramazioni originate in sud-America e in Africa, dove si sono costituite vaste aree di stoccaggio. Mentre il traffico di anfetamine, ecstasy, allucinogeni parte dal mercato Europeo, in particolare dall’Olanda e dalla Polonia. Per quanto riguarda il traffico d’eroina, la rotta Cinese è quella principale.

Il numero di sequestri di stupefacenti in un determinato paese viene considerato, solitamente come un indicatore indiretto dell’offerta e della disponibilità di sostanze stupefacenti, per quanto esso rifletta anche le risorse, le priorità e le strategie delle forze dell’ordine .

La cannabis è la droga oggetto del maggior numero di sequestri in tutti gli Stati membri, eccetto il Portogallo dove prevalgono i sequestri d’eroina. Il numero di sequestri di cannabis è aumentato continuamente nell’Unione Europea a partire dal 1985, ma sembra essersi stabilizzato a partire dal 1999. Fin dal 1996 la Spagna, ha sequestrato il maggior quantitativi di cannabis, più della metà del totale sequestrato in tutta l’Unione Europea. In Italia sono stati sequestrati nel 2001 attorno a 53078 kg. di cannabis.[1] Per quanto concerne i sequestri di cocaina è emerso un complessivo aumento dei sequestri a partire tra il 1985 e il 2001[2]. Nel 2001, è stato segnalato un marcato aumento, dovuto principalmente ad un forte aumento del quantitativo totale di cocaina sequestrato in Spagna, che si conferma, come per la cannabis, con il livello più alto di sequestri. I sequestri di droghe sintetiche (anfetamine, ecstasy, lsd) sono aumentati in tutta l’Unione Europea tra il 1985 e il 1999, stabilizzandosi nel 2001.

Le discoteche e il mondo delle sostanze stupefacenti

La Discoteca e La diffusione di sostanze stupefacenti
La Discoteca e La diffusione di sostanze stupefacenti

L’uso di sostanze stupefacenti e d’alcol, risulta legato a momenti di socialità e di divertimento ed è concentrato nei luoghi dove si balla, come le discoteche. Questo comportamento da parte dei giovani, all’interno dei contesti del divertimento notturno, è spiegabile per la curiosità e per la sperimentazione di momenti emozionalmente forti. Inoltre il giovane considera come importante esclusivamente il momento presente, ovvero ciò che viene vissuto positivamente qui ed ora, senza una prospettiva riguardo alla conseguenza dei propri comportamenti, come se il tempo fosse costituito da attimi separati l’una dall’altro e non da un continuum presente. A questo atteggiamento, spesso si collega la tendenza a supervalutare se stessi e in particolare le proprie capacità di autocontrollo, associata ad una complementare sottovalutazione dei rischi connessi all’uso dell’alcol e-o di droghe. A questi fattori che spingono all’uso di alcol e di droghe, se ne aggiungono altri, come i comportamenti e gli stili di tipo imitativo all’interno del gruppo, la reperibilità sul mercato, occasioni favorevoli.

Oggi per i giovani, è molto più facile usare alcol e droghe per divertirsi, perché prevale un atteggiamento di permissivismo nei loro confronti. Le ricerche condotte, evidenziano un aumento da parte dei giovani, verso la propensione a trasgredire. Ciò è particolarmente vero per l’uso saltuario di “droghe leggere”, ovvero il fumare occasionalmente della marijuana, in cui ci si riconosce, ben il 40% dei giovani, tra i 15-24 anni. La possibilità di ubriacarsi, non è esclusa oggi, da ben il 70% dei giovani. Il 16% dei giovani ha un atteggiamento permissivo verso l’uso d’ecstasy in discoteca e un 7% è propenso verso l’uso di droghe pesanti, come l’eroina. Se in passato alcol e droghe, venivano considerate dai giovani come un elemento trasgressivo se non addirittura di protesta rispetto il mondo delle regole e del conformismo, oggi si osserva una progressiva “normalizzazione” dell’uso in genere, soprattutto per quanto riguarda l’uso delle droghe leggere e l’uso problematico dell’alcol. L’eroina, conserva ancora l’immagine negativa, legata allo stereotipo del tossico, emarginato socialmente; mentre le droghe leggere, fanno parte della normalità e quelle sintetiche insieme all’uso della cocaina, stanno perdendo una connotazione negativa, in certe fette di popolazione e in certi contesti.

In concomitanza ad un cambiamento di atteggiamento dei giovani, verso le droghe, è cambiato anche quello, verso la discoteca, che ha perso quella carica di trasgressione, che aveva all’inizio degli anni 90, caratterizzata dal fenomeno della techno e dall’uso di certe sostanze, come l’ecstasy.

Il fenomeno dell’ecstasy come droga culto del sabato sera e della discoteca, ha perso la sua centralità e quella forza trasgressiva, che aveva all’inizio degli anni 90, quando l’ecstasy accoppiata insieme alla techno music, spopolava nelle discoteche di tutta Italia. Oggi sono pochi i locali di tendenza che fanno solo musica techno, in quanto la maggior parte delle discoteche hanno un’offerta diversificata, principalmente con musica commerciale. Il giovane all’interno di una “rinnovata” discoteca, ben distinta e lontana da quella degli anni 90, si diverte, sfoggiando comportamenti esibizionistici sia nel vestire che nell’uso di sostanze, che si collocano all’interno di un atteggiamento di “normalità”. In questo contesto l’uso d’alcol è ideale, da solo o come substrato ad altre sostanze, per chi cerca nel divertimento del fine settimana, un passaggio obbligato dei modelli comportamentali socialmente più accettati, se non anche per un certo verso subiti.

I giovani d’oggi percepiscono una sorta d’”istituzionalizzazione” della discoteca, che ha influito nel mettere in crisi la discoteca come luogo della trasgressione. La trasgressione e l’uso più massiccio di altre sostanze si è spostato, in altri luoghi e momenti della notte: i rave legali e illegali, i locali che fungono da pre-dopo discoteca, (i pub, i bar, i disco-pub) oppure le feste private, in cui ognuno può autogestirsi a piacimento. Non solo la discoteca, ma anche tutti gli altri locali del loisir e degli spazi notturni, rappresentano per i giovani, un ambito privilegiato del consumo di alcol e droghe.

Dopo l’alcol le sostanze stupefacenti utilizzate a scopo ricreativo, in particolare nei luoghi legati al ballo e alla musica (ovvero la discoteca e tutti i locali che funzionano da pre-dopo discoteca) sono la cannabis, la cocaina, l’ecstasy e l’eroina. Oggi non solo nella discoteca, ma anche negli altri luoghi del divertimento notturno, è presente un offerta quantitativamente rilevante e diversificata di sostanze e dei potenziali consumatori.

Per i giovani nei locali notturni è relativamente facile reperire sostanze ed è anche facile avere occasioni in cui le sostanze sono offerte. Il 37% dei giovani tra i 15-34 anni, gli è capitato di sentirsi offrire cannabis, il 12% ecstasy, all’11% della cocaina, mentre l’offerta di eroina ha riguardato meno di quattro giovani ogni cento. La cannabis è la droga illegale, largamente dominante nella scena, e come le altre sostanze è di facile reperibilità, da qualche amico, a scuola, alla sala giochi, in discoteca e in tutti gli altri luoghi del divertimento notturno.

L’Alcol nelle discoteche

In discoteca rimane forte il problema dell’alcol, in quanto s’inizia a bere nei locali che funzionano da pre-discoteca (happy-hour, aperitivi, pizzerie, ristoranti, pub, bar, birrerie) e si continua in discoteca. L’alcol da sempre nella nostra cultura, all’interno del contesto della festa e delle relazioni interpersonali, è accettato. A maggior ragione, l’alcol nei locali del divertimento notturno, come la discoteca, rimane una sostanza, che si adatta bene a chi vuole divertirsi esagerando un po’, oppure per coloro che vogliono “sballarsi”, evitando di prendere droghe illegali, per paura o inesperienza. L’alcol è fra le sostanze psicoattive quella più diffusa e meglio integrata nel contesto culturale e sociale e il suo consumo è pienamente legale. Contrariamente alle droghe illegali, raramente è vissuto come sostanza marginalizzante, a meno che, non si sia consumato in “eccesso”.

In discoteca i giovani consumano soprattutto cocktail e superalcolici, per ottenere uno stato inebriante, adatto all’ambiente edonista della discoteca. Pur avendo dei costi elevati, i giovani non si privano di uno e più bicchieri d’alcol, necessari per raggiungere uno stato mentale “arzillo”, che “aiuta” a vivere il divertimento, in discoteca.

L’uso d’alcolici è parte integrante dello stile di divertimento giovanile, centrato sulla valorizzazione dell’uso inebriante dell’alcol. In Europa 57000 di adolescenti muoiono ogni anno a causa dell’uso d’alcol. Esemplificando, in Europa un decesso su quattro sui ragazzi tra i 15 e i 29 anni è dovuto all’alcol e si attribuisce il 10% del carico di malattie.

I problemi di salute, sanitari e sociali legati all’alcol non sono associati solo all’eccessivo consumo, ma insorgono anche a fronte di livelli di assunzioni moderate. A questo proposito è importante considerare che l’uso/abuso di alcol, oltre ad avere conseguenze dirette sulla salute, causando l’insorgenza di determinate patologie a differenti livelli di gravità, ne ha altre indirette. In primo luogo causa una spesa sociale considerevole, in termini di perdita di produttività e di costi per la salute, portando all’utilizzo di una quota significativa di servizi sanitari. Inoltre è considerato uno dei fattori diretti degli incidenti stradali, che portano al fenomeno delle “stragi del sabato sera”. L’alcol fra i giovani è spesso usato insieme ad altre sostanze e ciò fa aumentare i rischi verso la perdita di salute del giovane. Oggi i giovani, hanno accesso ad una serie più ampia di stupefacenti e sono più numerosi quelli che li consumano insieme all’alcol.

Attualmente l’abuso di alcol tra gli adolescenti, raramente esiste senza il concomitante uso di altre droghe, anche se l’alcol rimane la droga prevalente d’abuso tra loro. Emerge una poliassunzione fra i giovani, in cui la più diffusa combinazione è quella fra alcol-droga. Partendo dal presupposto che oggi, fra i giovani, “se non c’è lo scenario adatto non c’è assunzione”, la discoteca insieme ad altri luoghi del loisir notturno, si presenta come un contesto adatto per una poliassunzione di alcol e altre droghe. Tali sostanze sono consumate in gruppo, non c’è un rapporto privatistico come per l’eroina, ma le si prendono per sentirsi ancora di più “parte della tribù, per sfondare la notte”. Spesso l’alcol rappresenta una “sostanza di passaggio” all’uso sequenziale di altre droghe, ovvero è un trampolino di lancio verso l’uso di altre sostanze, seguendo un ordine cumulativo, che secondo alcuni studi, procede dall’alcol verso l’uso di sigarette, marijuana e cocaina.

Come ha messo in evidenzia il direttore esecutivo dell’OEDT Georges Estievenart in Europa l’uso di alcol e di droghe illegali, fra i giovani, è aumentato alla fine degli anni 90. Nonostante qualche segnale di stabilizzazione, non c’è nulla che indichi una generale diminuzione significativa. Perciò l’UE, deve adoperarsi a fondo per raggiungere l’obiettivo definito nel piano d’azione delle droghe e dell’alcol. Una delle soluzioni possibili è quella d’investire maggiormente nella prevenzione dei giovani detti “vulnerabili”, tra i quali l’uso di droghe e alcol è più elevato.

L’Ecstasy, l’lsd, le anfetamine: Nuove droghe e altre sostanze

L’Ecstasy, l’lsd, le anfetamine, si definiscono “nuove droghe”, ma in realtà proprio nuove non sono, se è vero che l’Mdma, è stata sintetizzata nel 1912, la dietilamide dell’acido lisergico nel 1938 e le anfetamine a fine 800. Sono invece originali le modalità e i contesti in cui si consumano queste sostanze, riscoperte all’inizio degli anni ’90 da una nutrita fetta di ragazzi, che ne ha fatto un ingrediente fondamentale del proprio modo di vivere la notte e il loisir. Sono utilizzate, in genere, in un tempo e in uno spazio ben precisi: il tempo del week-end, (inteso come zona franca in cui salta tutto ciò che appartiene al quotidiano e si dà via libera alla sperimentazione), e lo spazio della discoteca, del rave o di qualsiasi evento analogo in cui la musica techno, in tutte le sue varianti (soprattutto progressive e underground) domina la notte. Per questo, forse, più che “nuove”, e oltre che “chimiche” (o “di sintesi”) andrebbero definite “di contesto” (gli inglesi le chiamano “dance drug”, ovvero droghe da ballo).

Anche se queste sostanze, sono note in Italia già da qualche anno, cominciano a far parlare di sé attorno al 1990. In quel periodo, a seguito di tendenze anticipate negli Stati Uniti e nella stessa Inghilterra, assume connotazioni più precise un certo stile di vita del mondo giovanile, che ruota attorno al fine settimana, alla moda e alla musica di tendenza (house e techno). La discoteca, uno dei più importanti luoghi di aggregazione di massa di questi ultimi anni, torna in voga e in più, arrivano anche in Italia, i rave. Sull’onda di questa rivitalizzazione della club culture, fioriscono anche i fuori orario (after-hours). Il consumo di droghe di sintesi tende ad affermarsi soprattutto in questi contesti. Naturalmente non tutti (e sono davvero tantissimi), quelli che ascoltano la techno, vanno in discoteca o frequentano i rave, consumano anche queste sostanze. Così come non tutte le discoteche (o rave, etc) sono interessate da questo fenomeno, che è particolarmente osservabile in alcuni ambiti, quelli che vengono definiti “di tendenza”. Ma fra gli habitué della techno-notte, l’area degli sperimentatori e degli occasionali consumatori (cioè di chi usa una volta o due e poi smette) è probabilmente ampia.

Analizzare il rapporto tra nuove droghe e il divertimento in discoteca, significa prendere in analisi tre significati che sono associati al consumo di tali droghe: il significato del gruppo, il significato dell’ambiente, il significato del consumo individuale.

Per quanto riguarda il primo significato, il gruppo informale, è da intendere come “sistema di frequentazione”, cioè come contesto nei quali la comunicazione è insieme, intensa (interpersonale e intima) ed estesa (orientata al divertimento). Il consumo personale di sostanze stupefacenti ed il divertimento, sono compatibili con la frequentazione di gruppo, la quale, da una parte rispetta delle sperimentazioni personali e, dall’altra favorisce il divertimento. Tuttavia, tra gruppo e consumo di sostanze stupefacenti non c’è alcuna associazione diretta. In primo luogo il consumo di sostanze è individualistico e il gruppo viene sostituito da un ambiente spazio-temporale, nel quale il “popolo della notte” diventa un fattore molto più trainante della frequentazione. All’interno delle discoteca o dei rave, la frequentazione viene sospesa, perché è una struttura troppo ingombrante per un genere di contesti, centrati su un divertimento fisico, sensoriale. Insieme al gruppo, si va in discoteca o al rave, ma una volta entrati, le relazioni interpersonali su cui si fonda il gruppo, sono sospese. Contemporaneamente il consumo di “nuove droghe” non minaccia la frequentazione del gruppo, e per questo si configura come riferimento “rassicurante”, sulla normalità della situazione sociale e sul fatto che non si è dipendenti. Questo è un motivo che lega la frequentazione del gruppo al consumo di sostanze stupefacenti.

L’ambiente spazio-temporale dei luoghi del loisir notturno, soprattutto le discoteche, si presentano come luoghi istituzionalizzati della frequentazione, che tendono ad anestetizzare il divertimento di gruppo.

Per quanto riguarda il significato del consumo individuale, il consumo di “nuove droghe” si presenta sia alla sperimentazione personale occasionale che, sebbene in misura molto minore, ad un consumo più continuato e sistematico. Sono consumate soprattutto da giovani adulti, quasi esclusivamente maschi e assai spesso non studenti. Sono soggetti che non vivono una condizione socio-economica di disagio, ma all’opposto sono coinvolti in un ambiente consumistico. L’uso di nuove droghe, come l’ecstasy, risponde all’affascinante idea di “provare”, per vivere fino in fondo la propria vita, convinti così di poter valorizzare se stessi senza veri e propri danni, pervasi da un senso di sicurezza, più che interessati al rischio. Il fascino del consumo è nell’esasperazione di un mito del nostro tempo:la rivoluzione cognitiva, l’apertura infinita al possibile, l’indistruttibile lucidità di una mente libera.

In discoteca, come nei rave non si consuma solo “nuove droghe”, ma è diffusa una poliassunzione. E’ tipico dei giovani consumatori di “nuove droghe”, quella di prendere più sostanze, in una stessa sera. Molti bevono alcolici, soprattutto birra e cocktail. Molti aggiungono all’ecstasy dell’lsd (mezzo francobollo o uno intero) per accentuare l’effetto dell’mdma, oppure anfetamina o cocaina per poter ballare di più. Ormai la cocaina, ha abbandonato il suo status di droga “glamour”, legata solo al bel mondo e sta velocemente diventando, un’abitudine di consumo anche di questi contesti, sniffata come piatto forte della serata o per dare il tono ‘giusto’ a qualche altra droga. L’hashish, naturalmente, non manca. Si usa in genere alla fine: per far “scendere” l’eccitazione delle pastiglie, ma c’è anche chi fuma all’inizio, per far “salire” più lentamente lo sballo. Fra i classici consumatori di ecstasy, sono ancora molto pochi e legati a circuiti estremi e devianti, quelli che decidono di usare eroina. Eventualmente viene “tirata” al termine della loro notte, quando si accorgono di non riuscire a sedare l’ipereccitazione provocata da uso e abuso di queste sostanze, rischiando di diventare dipendenti da eroina senza rendersene conto. Per lo stesso motivo, quando capita, i più, prendono sedativi. Verso mattina la festa finisce. Allora, si sale in macchina e si cerca un posto dove far colazione. La maggior parte dei giovani tornano a casa, ma se da qualche parte, c’è un “fuori orario” qualcuno ci va, anche quando è distante. Arriva il primo pomeriggio della domenica. C’è chi va a dormire o si ferma in uno dei motel che stanno ai margini delle superstrade, a continuare a far festa; altri si dirigono allo stadio oppure a un After tea. E in un attimo è lunedì. Riparte la settimana, con i consueti ritmi di lavoro e di studio, che si cerca di mantenere fino al nuovo sabato.

La discoteca non si presenta come il solo spazio d’assunzione di una sola sostanza stupefacente, in particolare d’ecstasy, ma esiste un consumo di una pluralità di sostanze, tra cui spicca quello di cannabis, di cocaina e d’alcol. In secondo luogo, la discoteca non è l’unico contesto notturno, dove i giovani assumono droghe, ma c’è un consumo di sostanze per la tipologia d’offerta dei locali notturni, che parte dall’ happy-hour per arrivare all’after-hour.

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Dipendenze da Sostanze Stupefacenti Nuove dipendenze

Dipendenze e compulsioni

Alcuni studiosi si riferiscono alle dipendenze comportamentali, parlando di compulsioni o di disturbi appartenenti allo spettro Ossessivo-Compulsivo, date le forti resistenze che essi ancora oppongono al concetto di dipendenza senza l’intervento di  sostanze.

E’ importante a questo punto delineare le somiglianze e le differenze che intercorrono tra i due termini. Entrambi i disturbi sono caratterizzati da un comportamento incontrollato ed ineluttabile, ma si distinguono in diversi aspetti fondamentali:

  • L’impulso che spinge a mettere in atto il comportamento, proprio della dipendenza è di tipo egosintonico: esso appartiene alla sfera dell’Io, il soggetto ricerca l’esperienza perché lo autorealizza e lo gratifica, anche se solo in apparenza. All’opposto la compulsione od ossessione è un’idea estranea all’Io, perché il soggetto non la percepisce come una sua elaborazione, tant’è che non riesce a motivarla, anche se comunque si sente costretto a metterla in pratica; per questo la compulsione si dice egodistonica.
  • Nell’impulso dipendente la riflessione è scarsa o assente, mentre le compulsioni sono stimolate da una riflessione eccessiva, da pensieri simili a vaneggiamenti. Nel disturbo compulsivo il soggetto si trova costretto ad attuare un comportamento inspiegabile, come lavarsi continuamente le mani, angosciato da un presentimento magico di disgrazia che può avvenire se si cerca di scacciare l’ossessione.
  • La dipendenza implica un perdita dell’autocontrollo, mentre nella compulsione la capacità decisionale è assente dal principio, il soggetto si sente come sottomesso da un dominio alieno.

 

Alcuni stuidiosi, come Blaszczynski, sostengono che i giocatori d’azzardo patologici presentano tratti compulsivi ed ossessivi, tra cui eccessiva preoccupazione per i pensieri intrusivi e difficoltà nel prendere semplici decisioni. Nonostante cio’ da alcuni studi risulta evidente come essi presentino maggiori caratteristiche appartenenti alla sfera dell’impulsività, pertanto possono essere meglio inquadrati nella categoria delle dipendenze, piuttosto che in quella dei disturbi compulsivi.

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Dipendenze da Sostanze Stupefacenti Nuove dipendenze

Il Concetto di Dipendenza: La complessità del termine

La dipendenza è un fenomeno estremamente complesso, che racchiude una molteplicità di aspetti, riguardanti il comportamento dell’individuo, i vissuti, i significati psicologici e le conseguenze che derivano da tale esperienza. Per questo motivo il concetto di dipendenza può essere definito secondo svariati punti di vista, ed una definizione che tenga conto di un solo aspetto di questo fenomeno, che investe invece l’individuo a vari livelli e nella totalità del suo funzionamento, non risulta esaustiva ed impedisce l’interpretazione di una tale complessità.

E’ pertanto riduttivo cercare di comprendere il fenomeno della tossicodipendenza appellandosi alle caratteristiche della sostanza che si assume, oppure rintracciando nella personalità del soggetto i tratti che giustifichino la tendenza a sviluppare la dipendenza stessa.

Sembra invece più utile puntare l’attenzione sulla relazione che si instaura tra il soggetto e l’oggetto, un processo unico, particolare e carico di significati. Non è quindi il tipo di droga o di attività a causare la dipendenza, ma l’interazione tra soggetto, oggetto e contesto.

Bateson ha fornito un’inquadratura concettuale molto interessante per spiegare la complessità dei sistemi umani, che non seguono affatto una struttura monocausale lineare. Ciò che deriva in seguito ad un evento retroagisce, secondo l’autore, sulle cause, andando a ristrutturare il vissuto e la percezione di sé. Non sono quindi le cause a provocare il comportamento, ma è l’esito del comportamento stesso che, creando un particolare significato, ne faciliterà o meno la reiterazione.

Raccogliendo i presupposti sistemici di Bateson, Rigliano formula una definizione della dipendenza molto densa di significato: “La dipendenza è ciò che risulta dall’incrocio tra il potere che la sostanza ha in potenza e il potere che quella persona è disposta ad attribuire alla sostanza”. Il soggetto, portatore di una serie di caratteristiche e di bisogni, incontrando l’oggetto della dipendenza che può essere una sostanza, un comportamento o una relazione, vive un’esperienza particolare data dalla ristrutturazione che il sé subisce a seguito di questo incontro. L’interpretazione di questo vissuto pone le basi per il suo ripetersi. Shaffer (1996) sostiene, infatti, che il fulcro della dipendenza è l’esperienza soggettiva, il modo in cui l’oggetto cambia la condizione dell’individuo.

La dipendenza non è un “vizio”, né una malattia, ma è un processo che si innesca quando una persona, nel contatto con un particolare oggetto si sperimenta in maniera diversa e legge questa ristrutturazione del sé come positiva e più funzionale. E’ “la convinzione individuale, in seguito ad un’esperienza soggettivamente interpretata, di avere trovato in un posto e solo in quel posto la risposta fondamentale a propri bisogni e desideri essenziali: che non è possibile soddisfare altrimenti”.

Il rapporto tra individuo ed oggetto diviene esclusivo, perché solo quell’oggetto fornisce una risposta esaustiva ai bisogni di cui quell’individuo è portatore.

Secondo quest’ottica, dunque, la dipendenza non ha una o più cause, ma si costruisce in una circolarità di bisogni e significati, che restringono il campo delle scelte possibili ad un’unica opzione, quella del contatto con l’oggetto.

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Droghe e Sostanze Stupefacenti: La tossicodipendenza

Le persone sperimentano le droge e le sostanze stupefacenti per molte e diverse ragioni. Molti provano le droghe per curiosità, per avere delle sensazioni diverse, perché magari gli amici le stanno provando, o magari durante una attivita’ sportiva per migliorare le prestazioni atletiche. O ancora per facilitare e rendere lieve un problema, come lo stress, l’ansia o la depressione.

Sostanze Stupefacenti
Sostanze Stupefacenti

L’uso delle droghe non porta automaticamente ad un abuso di esse, e non esiste un livello specifico in cui il consumo di droga si sposta dal casual al problematico o alla dipendenza. Esso varia da individuo a individuo.

Il vero problema dell’abuso delle droga e della dipendenza non è tanto la quantità o la frequenza con cui una certa droga o sostanza viene consumata, ma ha a che fare con le conseguenze del consumo e abuso di sostanze stupefacenti.

Non importa quante volte o quanto poco si sta consumando: se il consumo di droghe sta causando problemi nella vostra vita (a lavoro, a scuola, a casa) o nei vostri rapporti, probabilmente hai un abuso di droga o un problema di dipendenza.

La dipendenza da sostanze stupefacenti: cominciamo a conoscerla

Molte persone non capiscono perché o come altre persone diventano dipendenti da droghe. Si da spesso, ed erroneamente, per scontato che i tossicodipendenti non hanno principi morali o forza di volontà e che avrebbero potuto smettere di usare droghe semplicemente scegliendo di cambiare il loro comportamento. In realtà, la tossicodipendenza è una malattia complessa. Ad esempio, anche il solo smettere di fumare richiede più di buone intenzioni o di una forte volontà.

Se siete preoccupati per il vostro uso di droghe o per l’uso che ne fa un vostro amico o familiare, è importante che ci sia l’aiuto e il supporto da parte di qualcuno.

Imparare a conoscere la natura della droga e della tossicodipendenza, come si sviluppa, ciò che sembra e perché può avere un potere distruttivo sul corpo e la vita di una persona, vi aiuterà ad avere una migliore comprensione del problema delle dipendenze e come trattarlo.

Che cosa è la dipendenza da sostanze stupefacenti o tossicodipendenza?

Dipendente da Droghe: effetti sul corpo
Dipendente da Droghe: effetti sul corpo

La tossicodipendenza è una malattia cronica del cervello che causa una compulsiva ricerca di una sostanza stupefacente e un uso di essa, con conseguenza dannose inimmaginabili per l’individuo dipendente e per coloro che gli stanno accanto.

Anche se la decisione iniziale di assumere sostanze stupefacenti è, nella maggior parte dei casi, volontaria, i cambiamenti che si verificano nel cervello nel corso del tempo, modifivano l’autocontrollo e ostacolano la sua capacità di resistere agli impulsi intensi di prendere sostanze stupefacenti.

Simile ad altre malattie croniche e recidive, come il diabete, l’asma, o malattie cardiache, la tossicodipendenza puo’ essere gestita con successo. Allo stesso modo di altre malattie croniche comunque, non è raro, per una persona tossicodipendente, ricadere e riniziare ad abusare di droghe e sostanze stupefacenti. La ricaduta, tuttavia, non signiifica “fallimento”, ma indica piuttosto che il trattamento dovrebbe essere reintegrato, migliorato o cambiato con un trattamento alternativo.

Cosa succede al cervello quando si prende una sostanza stupefacente?

Dopamina comanda le percezioni del nostro cervello
La dopamina regola le percezioni del cervello

Le droghe e le sostanze stupefacenti sono sostanze che alterano il modo in cui le cellule del norstro cervello inviano, ricevevono ed elaborare le informazioni. Ci sono almeno due modi in cui le droghe causano questa alterazione:

  1. imitando in modo alterato i “messaggeri chimici” naturali che viaggiano nel nostro cervello;
  2. stimolando eccessivamente il “circuito di ricompensa”, ossia la sensazione di piacere che proviamo.

Alcune droghe e sostanze stupefacenti, come marijuana ed eroina, hanno una struttura simile ai naturali “messaggeri chimici”, chiamati neurotrasmettitori,  che viaggiano nel nostro corpo. Questa somiglianza permette alle droghe di “ingannare” i recettori del cervello e di attivare le cellule nervose per inviare messaggi anomali.

Altre droghe, come la cocaina o metanfetamina, possono sollecitare le cellule nervose al rilascio anomalo di grandi quantità di neurotrasmettitori naturali che produce un messaggio fortemente amplificato e distorto per il nostro cervello.

Ad ogni modo, quasi tutte le sostanze stupefacenti, direttamente o indirettamente, alterano il sistema di ricompensa del cervello inondando il circuito con la dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore presente nelle regioni del cervello che controllano il movimento, l’emozione, la motivazione, e le sensazioni di piacere. La sovrastimolazione di questo sistema produce effetti euforici. Questa reazione mette in moto un sistema che “insegna” alle persone a ripetere il comportamento e a cadere, spesso, nell’abuso delle sostanze stupefacenti.

La Dopamina in Chimica
La Dopamina in Chimica

Quando una persona continua ad abusare di sostazne stupefacenti, il cervello si adatta ai picchi di dopamina provocati dall’utilizzo delle droghe picchi e, in sintesi e in poche parole,  produce meno dopamina naturale. In una situazione del genere, la persona che abusa di sostanze stupefacenti, deve continuare ad abusare delle droghe per portare il suo livello di dopamina al livello normale e naturale che sarebbe presente nel suo cervello nel caso in cui non assumesse sostanze stupefacenti.

A lungo termine l’abuso di sostanze stupefacenti provoca cambiamenti anche in altri sistemi del cercello che sono fondamentali per il giudizio, il processo decisionale, l’apprendimento e la memoria, e per il controllo del comportamento.

Tutto cio’ porta la persona dipendente da sostanze stupefacenti a prendere tali sostanze compulsivamente e a essere sempre sempre piu’ dipendenti.

In sintesi:

  1. Le droghe sostituiscono e / o alterano, nel cervello, sostanze prodotte dal corpo in modo naturale.
  2. La sostituzione e / o l’alterazione di tali sostanze naturali comprometteno il funzionamento del cervello creando sensazioni illusorie di piacere.
  3. Avere ed assumere la droga diventa così, per una persona dipendene, l’obiettivo più importante al mondo.
  4. Col tempo il cervello funziona in condizioni sempre più alterate, finché il corpo stesso accusa il colpo.
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La guida sotto l’effetto di Alcol: fattore di rischio altissimo nella genesi dell’incidente stradale

L’uomo convive con l’alcol da oltre 6000 anni, esso ha lasciato molte tracce sia nell’arte, nella letteratura e nella cultura popolare ed ha avuto diversi significati a seconda del periodo considerato.

L’alcol ha rappresentato e rappresenta nelle diverse società, non solo una bevanda come le altre, non solo una componente dell’alimentazione, ma anche un elemento naturale “carico” di valenze simboliche, un mezzo di socializzazione e di comunicazione, uno strumento di estraniazione e fonte di problemi sociali. Purtroppo l’abuso di questo ha un’incidenza negativa causando patologie alcolcorrelate, incidenti stradali, rendendo difficili i rapporti sociali soprattutto nell’ambito familiare.

La ricerca sociale in materia di alcol ha tradizioni diverse a seconda dei Paesi, nel Nord-Europa è più sviluppata, mentre in Italia è ancora predominante l’approccio medico e l’interesse per le conseguenze psico-fisiche. Quindi in Italia è poco sviluppato l’interesse del bere come processo sociale simbolico. Ecco perché le scienze sociali possono apportare e contribuire ad una comprensione di questo fenomeno.

La distinzione tra le cosi dette culture “bagnate”, in larga misura rappresentate dai paesi che si affacciano al bacino Mediterraneo, e le culture cosi dette “asciutte” che caratterizzano in prevalenza i paesi anglosassoni, abbiano perso di incisività.

Oggigiorno, i processi di internazionalizzazione dei modelli del bere (in termini di valori d’uso,sostanze, contesti e modalità di consumo) hanno ridotto la distanza tra i due stili di consumo alcolico sottesi a questa distinzione. Sembra cioè meno facile di un tempo contrapporre al modello del gioioso consumatore latino, che esalta le valenze celebrative e socializzanti del vino in condivisione con gli altri, lo stereotipo del depresso bevitore scandinavo, che annega le sue tristezze in un bicchiere di birra o superalcolico.

La riduzione della distanza tra i due modelli ha segnato soprattutto le culture bagnate e in particolare per quel che riguarda l’Italia, quella giovanile, nel senso che i consumi si sono indirizzati verso le bevande nord-europee (birra e superalcolici) a discapito del vino.

Le indagini che ho fatto giungono a conclusione che in Italia soprattutto i giovani nella fascia di età compresa tra 14-30 anni fanno uso e abuso di sostanze alcoliche e si è notato che nel sesso femminile sta aumentando sempre di più il consumo.

Oggi possiamo notare che i ragazzi dispongono sempre di più dell’automobile e del motorino e alla luce delle statistiche e avvenimenti attuali, la guida sotto l’effetto di alcol rappresenta un fattore di rischio più potente nella genesi dell’incidente stradale grave o mortale.

Proprio per questo motivo, data l’alta prevalenza del consumo di bevande alcoliche soprattutto in età giovanile, è importante attuare campagne di prevenzione sull’educazione e salute alle problematiche alcologiche.

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Guidare sotto l’effetto dell’Alcol

Effetti dell’alcol sulla guida

Gli effetti dell’alcol sulla guida sono ben noti. Esso agisce su diverse funzioni cerebrali (percezione, attenzione, elaborazione, valutazione ecc.), con effetti diversi e strettamente correlati alla quantità di alcol presente nel sangue, cioè al tasso alcolemico.

L’alcolemia è la concentrazione di alcol nel sangue che si esprime con il numero di milligrammi presenti in 100 millilitri di sangue. Tale valore è importante perché in relazione al suo aumento corrisponde un decremento proporzionale dell’efficienza psicofisica anche a livelli minimi di assunzione di bevande alcoliche.

Il limite legale per guidare è 50 milligrammi di alcol in 100 millilitri di sangue (0,5 gr. per litro di sangue). Non esistono argomentazioni certe per affermare quanto si può bere per superare questo limite. Varia da persona a persona e dipende dal peso, sesso, età, dal fatto di aver mangiato e da cosa si è bevuto. Alcuni individui raggiungono questo limite dopo  2 bicchieri di vino o 2 bicchieri di superalcolici.

In realtà l’abilità alla guida é influenzata anche solo da uno o due bicchieri di vino.

Effetti dell’alcol a livelli crescenti di alcolemie

    ALCOLEMIA ( mg./100 ml.)
 

Crescente tendenza a guidare in modo rischioso, riflessi leggermente disturbati

 20
La manovra dei freni diventa più brusca.  30
L’elaborazione mentale delle percezioni sensoriali è ridotta.  40

LIMITE    LEGALE

 50
Si possono commettere errori di guida abbastanza gravi.  60
Forte prolungamento dei tempi di reazione.  70
Deterioramento delle reazioni motorie e perdita delle capacità di precisione.  80
Diminuisce la capacità di adattamento all’oscurità; la valutazione degli ingombri stradali, della posizione del veicolo, della velocità e dei movimenti di guida è fortemente compromessa.  90
Il livello della capacità visiva e di attenzione, dei tempi di reazione si riduce ulteriormente, lo stato di ebbrezza è chiaramente visibile.  100

La guida sotto gli effetti di alcolici risulta condizionata da una minore prontezza di riflessi, minore capacità di fronteggiare gli ostacoli e maggiore sonnolenza.

Gia con mezzo bicchiere di vino si ha la tendenza a guidare in modo più rischioso rispetto a chi si mantiene sobrio.

Gli effetti dell’assunzione di bevande alcoliche sull’organismo variano da persona a persona a seconda del grado di tolleranza individuale e da una serie di altri fattori tra cui l’assunzione di farmaci, il pasto, il tipo di bevande assunte.

A seconda delle quantità di alcol introdotto si determina:

PROBLEMI VISIVI -l’alcol riduce la capacità visiva, può renderla confusa e può ridurre la visione notturna del 25%. Viene inoltre ridotta la visione laterale, rendendo difficoltosa la vista dei veicoli provenienti da destra o da sinistra (visione a tunnel).

SONNOLENZA -è un effetto dell’alcol anche in piccole dosi che porta ad un crollo dell’attenzione, altera la capacità di concentrazione, rende difficoltosa la coordinazione dei movimenti. E’ inoltre ridotta la capacità di compiere due o più azioni contemporaneamente.

FASE ECCITATORIA- caratterizzata da disinibizione, espansività, senso di euforia, iperattività, ridotto autocontrollo che porta ad affrontare i rischi che non verrebbero mai corsi in situazioni psicofisiche normali.

Con l’aumento dell’ assunzione l’effetto si modifica e si manifesta tristezza, depressione, incapacità del controllo psicomotorio, aggressività e violenza, nausea, vomito, vertigine fino al rischio di un vero e proprio coma etilico, cioè stato di confusione fino ad un sonno profondo, respiro rallentato, muscoli flaccidi, riflessi deboli, collasso e a volte morte per arresto cardiocircolatorio.

 

Alcolemia Effetti
0,25 g/l DISIBINIZIONE ECCITAZIONE La persona appare più espansiva e disinibita: un senso di benessere la rende più euforica e iperattiva. L’autocontrollo tende a diminuire e produce loquacità e riduzione della critica e del giudizio. L’umore cambia spesso tanto da oscillare rapidamente dall’espansività alla tristezza fino all’aggressività. Attenzione, tempi di reazione e memoria sono alterati.
0,50 g/l IMPACCIO MOTORIO INCOERENZA LOGICA Continuando a bere alcol, i movimenti diventano sempre più impacciati e scoordinati, la persona cammina a zig-zag e corre il rischio di inciampare e cadere. In questa fase di solito si è portati a parlare, molto ma il filo logico perde di coerenza. L’attenzione è scarsa e i tempi di reazione sono molto rallentati. Anche la vista e l’udito ne risentono.
Da 1,0 g/l

 

A 2,5 g/l

DISTURBI DELL’EQUILIBRIO E DELLA MARCIA CONFUSIONE MENTALE TORPORE Continuare a bere diventa pericoloso. Se si assumono ulteriori quantità di alcol possono comparire nausea, vomito e vertigini, la visione è alterata, mentre risultano accelerati il battito del cuore e la frequenza del respiro. La persona appare rossa, accaldata, sudata, ansimante.
4,0 g/l COMA Si corre il rischio, infine, di cadere in un sonno profondo che può arrivare fino al coma.

In quanto tempo cessano gli effetti dell’alcol?

“Quando ingeriamo una bevanda alcolica, l’alcol entra rapidamente nel sangue aumentando il livello di alcolemia e si riscontra:

  1. una fase in cui l’alcolemia cresce, fino ad un massimo di mezz’ora dopo, se l’ingestione è stata a digiuno ; ¾ d’ora – 1 ora dopo se fatta in corso di un pasto.

Se la bevanda alcolica è assunta nel corso di un pasto, l’alcolemia raggiunge livelli inferiori di circa 1/3  rispetto ad un’assunzione a digiuno. Gli alimenti grassi e gli zuccheri ritardano l’innalzamento dell’alcolemia. Se è stato ingerito dell’alcol, quando la dose precedente non è ancora stata eliminata, si ha un’accumulo.

Nel corso della giornata si verificano situazioni in cui sono presenti bevande alcoliche: uno spuntino, la pausa per il pranzo, ricevimenti, riunioni di lavoro ecc.

  1. una fase in cui l’alcolemia decresce. Il tempo di eliminazione dell’alcol è in funzione della quantità ingerita. Questa eliminazione è suscettibile di forti variazioni individuali, ma contrariamente a quanto si pensa né il freddo, né lo sforzo fisico, né il caffè o una doccia fredda la accelerano. Chi svolge lavori pesanti non elimina più in fretta l’alcol rispetto ai lavoratori d’ufficio o sedentari.

Chi guida dovrebbe aspettare almeno questo numero di ore prima di mettersi al volante.

Come si rileval’alcol nel nostro corpo?

L’alcolemia si rivela attraverso l’esame del sangue o attraverso l’alcol test. Esiste infatti un rapporto diretto ha l’alcol presente nel sangue e quello dell’aria espirata.

In Italia viene utilizzato l’etilometro.

L’etilometro è uno strumento portabile per la misura rapida ed affidabile della concentrazione alcolica nel respiro e nel sangue. La rilevazione del tasso alcolemico viene effettuata sull’aria espirata dai soggetti in appositi boccagli monouso, collegati all’apparecchio.

L’esecuzione di un test inizia chiedendo alla persona quanto tempo è trascorso dall’ultima assunzione di sostanze per bocca o fumo o equivalente, dato che alcune sostanze anche “non alcoliche” possono influenzare il risultato della misurazione. E’ necessario assicurarsi che i soggetti esaminati non abbiano assunto nulla negli ultimi 20 minuti. Attendere, inoltre, almeno due minuti se il soggetto da esaminare ha appena finito di fumare. Anche l’assunzione di acqua prima del test può alterare la prova, poiché tale sostanza raffredda la bocca e diluisce la saliva, riducendo temporaneamente la quantità di alcol nel respiro e quindi della misura.

Si prende un boccaglio nuovo e si inserisce nell’apposito alloggiamento dell’alcolimetro. Il soggetto, dopo una profonda inspirazione, deve soffiare attraverso l’imboccatura del boccaglio con forza sufficiente. L’espirazione deve essere continua (e non dovrà essere interrotta) finché si ha il segnale dell’avvenuto campionamento. Se il soggetto smette di soffiare prima del segnale, non si otterrà il prelevamento del campione da esaminare e quindi dovrà ripetere l’esame.

Una volta prelevato il campione, lo strumento impiega circa 20-30 sec. per generare il segnale necessario alla determinazione del contenuto di alcol. Sul display compariranno i valori della concentrazione ottenuta. Il valore che compare sul display rappresenta la concentrazione di alcol nel sangue (o nel respiro) di un determinato soggetto in un momento preciso. Se vengono effettuati due campionamenti successivi sulla stessa persona, a seconda dell’intervallo di tempo intercorrente tra le due misurazioni, la lettura potrebbe essere più alta o più bassa, a seconda che il soggetto si trovi in fase crescente o decrescente rispetto la concentrazione di alcol.

Inoltre la modalità nella quale il soggetto effettua l’esame, può influire sul risultato anche se lo strumento è stato disegnato appositamente per minimizzare tali errori.

 

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Alcol e Alcolismo Dipendenze da Sostanze Stupefacenti

Il ruolo della famiglia nell’alcolismo maschile e femminile

La famiglia sembra avere un ruolo importante nell’alcolismo maschile, soprattutto quando c’è un padre alcol-dipendente. L’alcolismo femminile non è necessariamente collegato ad un padre con il problema dell’alcol, piuttosto basta una figura paterna autoritaria, iperprotettiva, severa e che mostri una esagerata predilezione per la figlia a spingere una donna, con un bere già problematico, ad eccedere. Si può pensare che nell’infanzia si determini una predisposizione, una potenzialità che potrebbe concretizzarsi oppure non emergere mai in età adulta, a seconda dell’entità dei conflitti e dei fattori esterni. Il maschio alcolista cresciuto in un nucleo familiare di questo tipo, cerca la moglie iperprotettiva e più anziana in grado di dargli un rapporto di tipo materno. La donna spesso sposa un bevitore, pur sapendolo prima, nel tentativo di riprodurre lo schema familiare già vissuto e convinta di poterlo correggere.

In un figlio di genitori alcolisti gli esiti e le conseguenze sullo sviluppo sono molteplici e di varia natura, riassumibili in:

Problemi d’identificazione, di socializzazione e di scarso adattamento in adolescenza.

Disturbi della propria immagine a volte con manifestazioni  di natura fobica, ipocondriaca o isterica.

Disturbi d’elaborazione dell’aggressività, che può  portare, in età adulta, a scaricarla in modo diretto o indiretto e a smorzare quest’inconciliabile situazione d’ambivalenza, bevendo in eccesso.

Disturbi dell’affettività per il messaggio contrastante e confuso dato dal padre a livello d’affetto che spesso porta ad un’alleanza con la madre e ad una dipendenza, quando lei è possessiva, o ad una crescita rapida e anomala nella fase evolutiva, quando lei lo spinge a diventare grande velocemente.

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Alcol e aspetti psicologici

Spesso i disturbi affettivi, possono verificarsi in concomitanza ed è molto difficile capire se l’uno è precedente all’altro e viceversa.

Depressione come conseguenza dell’alcolismo

Spesso è la conseguenza dell’alcolismo, ma in molti casi rappresenta la causa dell’insorgenza dell’alcolismo .

L’Alcol come sollievo per la Tristezza

Porta sovente alla ricerca di meccanismi di sollievo come l’alcol, che diventa o il mezzo euforizzante o lo strumento di autodistruzione e di punizione.

La Nevrosi Isterica e l’Alcol

Il soggetto tende alla trasformazione simbolica sul piano somatico dei conflitti interni, quindi tende a cambiare idee e sentimenti, trasforma i propri affetti in comportamento (svenimenti, sceneggiate…), cambia umore spesso, vuole essere al centro dell’attenzione senza sforzarsi troppo, seduce ma senza impegno, manipola la realtà, ha un atteggiamento irritante e lotta fra un bisogno di dipendenza e sottomissione e uno di affermazione. Questa è la condizione tipica dell’alcolista, che tende a esteriorizzare i problemi interni nel gesto del bere, perciò le sue difficoltà si concretizzano nell’atto e diventano più affrontabili e risolvibili.

La Nevrosi fobica puo’ scatenare l’abuso di Alcol

Le paure e l’ansia, il continuo stato di allarme, diventano i fattori che scatenano l’abuso di alcol per il suo dubbio effetto ansiolitico, perciò il bere fino allo stordimento diventa un efficace palliativo.

Nevrosi ossessiva: le persone affette da nevrosi ossessiva spesso abusano con l’alcol

La rigidità di pensiero, l’incapacità di andare oltre il particolare e di collegare più elementi per formare il tutto, la rigidità emotiva, il tentativo di sostituire i sentimenti con la razionalità, le crisi persecutorie, di spersonalizzazione e di rabbia caratterizzano le persone affette da nevrosi ossessiva e queste abusano con l’alcol in quei momenti di particolare ansia e alternano periodi di consumo con tentativi di recupero per il timore di perdere il controllo della situazione.

L’alcolismo come conseguenza del disturbo da ansia

L’alcolismo è probabilmente la principale conseguenza del disturbo da ansia generalizzata, situazione caratterizzata da una sensazione di allarme continua, come se dovesse accadere qualcosa da un momento all’altro, da tremori, contratture muscolari, da irrequietezza motoria, da formicolii, da battito cardiaco accelerato, da una sensazione di soffocamento.

Attacchi di panico: L’alcol come calmante

Si verificano crisi di terrore non scatenate da alcuna particolare situazione, così “a ciel sereno”. L’alcol, in questi casi, funge da calmante, procura un temporaneo sollievo tanto che questi pazienti non affrontano certe situazione senza prima aver bevuto qualcosa.

Disturbi della personalità

Causati essenzialmente da un atteggiamento troppo rigido, non adattivo che causa una significativa compromissione nei rapporti sociali e lavorativi, sono di frequente associati all’abuso di alcol.

Disturbo antisociale: coloro che hanno un comportamento irresponsabile e antisociale, assumono spesso l’alcol

Le persone che hanno un comportamento irresponsabile e antisociale, che non accettano le regole, anzi tendono a infrangerle volutamente, assumono spesso l’alcol e ne abusano, questo proprio per identificarsi in un modello di vita antisociale e quindi ricco di elementi come la rissosità, la promiscuità o l’aggregazione in bande; in genere appartengono a questa categoria i giovani al di sotto dei 30 anni incapaci di sostenere un’attività lavorativa stabile e continuativa, irritabili e aggressivi. Questa particolare situazione presenta una certa familiarità, infatti è possibile ereditare dall’ambiente familiare la predisposizione al disturbo e la tendenza all’etilismo.

La timidezza: punto di partenza per l’abuso di alcol

In alcuni soggetti giovani la timidezza, il timore di un giudizio negativo, il disagio sociale, le insicurezze sono i punti di partenza per l’abuso di alcol, che ha, per loro, una funzione di facile conforto. A questa categoria appartengono quegli alcolisti chiusi e introversi, che trovano nell’alcol il coraggio per esprimersi, per farsi valere, per manifestare quanto è represso, per partecipare alla vita rimanendo comunque in disparte.

Altri disturbi legati all’assunzione di Alcol

Ci sono persone che bevono perché si sentono sempre in uno stato di tensione elevato, generato dal timore, immotivato, di essere sfruttati o danneggiati, mentre altri bevono perché sono troppo sottomessi e dipendenti, indecisi e a disagio di fronte alle critiche. Facilmente predisposti all’alcol sono le persone sempre alla ricerca di attenzioni, di lodi, di rassicurazioni, di compagnia e incapaci di tollerare le frustrazioni. Il soggetto narcisista, che va incontro a crisi di rabbia e a umiliazioni non espresse, che ha una grande autostima, tendenzialmente rifugge l’alcol, ma saltuariamente incorre in eccessi alcolici

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Alcol e Donne

Le abitudini delle donne sono profondamente cambiate anche nei confronti dell’alcol, tanto che oggi tra il sesso femminile l’assunzione di alcol è regolare e l’alcolismo ha un tasso d’incremento superiore a quello maschile.

Negli ultimi anni questo fenomeno è diventato di rilevanza sociale, anche perché gli studi fatti fino ad oggi non hanno approfondito bene il problema dell’alcolismo in campo femminile. I motivi di questo sono da ricercarsi nel fatto che spesso l’etilismo femminile non è facilmente rilevabile, essendo sovente confinato nel privato o dissimulato per l’elevata riprovazione sociale; inoltre le implicazioni sociali del fenomeno sono sempre state meno gravi, proprio perché la donna era meno responsabilizzata dell’uomo, infine fino a qualche anno fa il problema era trascurabile per la netta preponderanza di uomini etilisti.

La donna impiega un tempo più limitato dell’uomo per diventare un alcolista e, per la maggior vulnerabilità dell’organismo femminile nei confronti dell’alcol, condizione questa determinata dalle diverse modalità di assorbimento gastrico, sviluppa molto rapidamente le complicanze epatiche e psichiatriche correlate all’abuso .

La mortalità alcol-correlata in una fascia d’età compresa fra i 30 e i 34 anni è oltre tre volte superiore rispetto all’uomo. Oggi si calcola che il numero delle donne alcoliste corrisponde a 1/4 di quello degli uomini e la percentuali di ricoveri fra le donne etiliste è triplicata. I numeri variano molto tra i vari paesi e regioni, tanto che negli Stati Uniti alcuni studiosi dicono che un etilista su due è una donna.

La donna vive un alcolismo reattivo, cioè preferisce bere da sola, nascondendosi e l’alcolismo rappresenta il rifiuto per il proprio ruolo matrimoniale, una reazione esagerata a situazioni intollerabili o alla menopausa vissuta come un segno di inevitabile declino. Il fattore predominante nella donna nel determinare un abuso di alcol è la motivazione psicologica, legata spesso al ruolo sessuale e alle funzioni fisiologiche, mentre nell’uomo assumono primaria importanza i fattori socioculturali e la consuetudine.  Il ruolo, i compiti diversi e, quindi, la nuova immagine femminile dei nostri giorni, espone la donna nei confronti dell’alcol esattamente come l’uomo. La donna madre e lavoratrice è sottoposta a livelli di lavoro e di fatica elevati, a flessibilità di orario, a mobilità, a disponibilità, insomma a esigenze in contrasto con quelle classiche del ruolo femminile mentre la donna che, per scelte di carriera professionale, ha procrastinato il matrimonio e la maternità avverte, a un certo punto, un senso di inadeguatezza sotto la pressioni di stereotipi sociali tuttora attuali. Sono situazioni che creano conflitto, frustrazioni, senso di inadeguatezza e che, a lungo andare influiscono sull’uso di alcol. Anche la casalinga intorno ai 30/40 anni, essendo spesso insoddisfatta del suo ruolo, cerca un alternativa di maggiore interesse al di fuori del nucleo familiare, all’interno del quale vive una condizione di frustrazione che la espone ad un alto rischio per l’alcolismo.

Le donne che hanno avuto parenti etilisti, specialmente il padre, o che sposano persone dedite all’etilismo, spesso sviluppano problemi inerenti all’alcol e arrivano all’abuso attraverso atteggiamenti diversi, elaborate trasformazioni del loro ruolo e della figura del marito, comportamenti di fuga regressiva mirati a trasmettere al loro compagno un messaggio di ribellione e di libertà o a ricercare una compensazione per antiche carenze e rigori infantili eccessivi vissuti nell’infanzia