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Alcol e Alcolismo

Bere il vino potrebbe far male? Sì, l’alcol infatti è un cancerogeno

Il vino è presente nella nostra dieta da moltissimo tempo e l’uomo ne ha goduto dall’alba dei tempi, adottando sempre nuovi metodologie di produzione per renderlo più dinamico e variabile nel corso della storia: dai vini del 7000 a.c. (o comunque da quando il vino è diventato parte della cultura dell’uomo), passando per i vini concentrati e spesso fruttati, serviti diluiti sin dai tempi precedenti all’impero romano, oggi siamo passati al mezzo bicchiere di vino bevuto a cena, magari tra una portata e l’altra.

Ma perché l’uomo ha questa grande passione per il vino?

A livello di salute abbiamo ricerche di diverso tipo e diversi pareri riguardo all’effetto sull’uomo; generalmente il vino è bevuto dalle nostre coppe con piacere per l’ebrezza e il gusto inconfondibile di cui si caratterizza; ciò che fa sicuramente male è l’alcol: qualunque bevanda alcolica può incidere negativamente sulla salute in quanto l’alcol è un cancerogeno.

Il vino è alcolico, e l’alcol può causare numerosi problemi al corpo. Fra i tanti, ad esempio, si parla di effetti negativi sulle ossa per cui il consumo a ldi vino potrebbe incidere con gli effetti negativi associati allo stesso.

Premettendo che astenersi dal bere bevande alcoliche è la prevenzione migliore, è importante, se proprio si vuole bere, non esagerare: imparare a limitarsi ed evitare sempre e comunque l’alcolismo.

L’alcol è un cancerogeno, classificato secondo l’organizzazione mondiale della sanità come del gruppo uno; i forti bevitori possono contrarre malattie cardiache più facilmente, così come aritmie cardiache di gravità.

L’alcol se preso in eccesso può aumentare i livelli del colesterolo, aumentare la pressione del sangue.

Esistono studi controversi riguardo invece le minime quantità di vino e i loro effetti, che pare possano essere in alcuni casi non sempre negativi, ma parliamo di piccole quantità naturalmente. La cosa migliore in teoria sarebbe evitare l’alcol.

Ad ogni modo sicuramente le controversie irrisolte sugli effetti del consumo moderato di vino non mancano, come il caso del paradosso francese, avuto negli anni 90, in cui alcuni sospettano possa avere un ruolo il vino.

Evitare gli eccessi è una cosa di primaria importanza ed è molto importante evitare eccessi che possono mettere a rischio la nostra salute e il nostro benessere: esagerare oltre la propria soglia, anche con un vino di buona qualità o generalmente con altri alcolic non fa bene alla vostra salute e accompagnarvi presso molti altri problemi. Si cerchi quindi di evitare di andare oltre la quantità standard consigliata di vino o di alcolici in generale e, ovviamente, di evitare l’assunzione di alcolici se incinta.

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Salute

Piramide alimentare della dieta vegana: esiste davvero?

Vegetariani è meglio di onnivori? Sicuramente a questa domanda che da sempre vede schierate le due opposte correnti di pensiero nutrizioniste non è facile rispondere. Veramente sostituire una bistecca con un piatto di legumi è la stessa cosa? Non proprio, sicuramente è possibile sostituire alimenti di origine animale con altri di origine vegetale, ma non è così semplice come sembra, la carne infatti contiene principi nutrizionali insostituibili per il nostro organismo, che ci permettono di rimanere in buono stato di salute e che non sono presenti nelle fibre vegetali.

Quando è utile? Bisogna valutare attentamente i pro ed i contro (per chi volesse approfondire nello specifico qui può trovare una lettura interessante dell’airc) Specialmente in alcune delicate fasi della vita, la carne è molto importante, ad esempio nell’infanzia e durante la gravidanza. L’attività ormonale in questi momenti dello sviluppo del corpo cambia, ed aumenta notevolmente anche il fabbisogno di vitamine e altri principi utili all’attività degli enzimi, che in natura sono presenti solo nella carne. Tuttavia le fibre vegetali hanno rispetto alla carne numerosi vantaggi, e non si tratta di vantaggi “filosofici” o “economici”, ma di vantaggi in termini di digeribilità, apporto di vitamine, regolazione degli zuccheri assorbiti dal corpo.

Studi in questo campo hanno inoltre messo in luce come un’alimentazione a base di vegetali previene il rischio di tumori all’intestino, al seno e ai genitali, oltre che l’arteriosclerosi e limitare i livelli di colesterolo.

L’alimentazione vegetariana è veramente completa? L’alimentazione vegetariana se attenta ed equilibrata è globalmente completa, ma necessita di essere integrata con vitamine “B”, ferro, zinco, calcio. Questi elementi si possono “recuperare” con integratori specifici e in alimenti come il grano integrale, i legumi e la frutta ricchi di proteine nobili e indispensabili per il nostro organismo.

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Alcol e Alcolismo

Le differenze tra aorta e capillare: schema riassuntivo

In questo articolo spieghiamo in uno schema breve ma diretto, le differenze principali tra aorta e capillare.

L’aorta: l’arteria principale dell’uomo

L’aorta è l’arteria sistemica della radice (cioè, l’arteria principale). Negli esseri umani, riceve sangue direttamente dal ventricolo sinistro del cuore tramite la valvola aortica. Come i rami dell’aorta, queste arterie si ramificano a loro volta, e diventano successivamente di diametro più piccolo, fino alle arteriole. Le arteriole forniscono capillari, che a loro volta si trasformano in venule. Le primissime ramificazioni dell’aorta sono le arterie coronarie, che forniscono il sangue al muscolo cardiaco stesso. Questi sono seguiti dai rami dell’arco aortico, vale a dire l’arteria brachiocefalica, la carotide comune sinistra e le arterie succlavia sinistra.

Schema raffigurante l’aorta nell’uomo – si tratta brevemente dell’arteria principale del corpo.

Il capillare: la rete base del microcircolo

I capillari sono i più piccoli vasi sanguigni e fanno parte del microcircolo. I microrecipienti hanno una larghezza di una singola cellula di diametro per aiutare la rapida e facile diffusione di gas, zuccheri e sostanze nutritive ai tessuti circostanti. I capillari non hanno muscoli lisci che li circondano e hanno un diametro inferiore a quello dei globuli rossi; un globulo rosso è in genere 7 micrometri di diametro esterno, capillari in genere 5 micrometri diametro interno. I globuli rossi devono distorcere per passare attraverso i capillari.

Questi piccoli diametri dei capillari forniscono una superficie relativamente ampia per lo scambio di gas e sostanze nutritive.

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Trattamenti

Ipocausia ed esposizione a rumori che superano gli 85 decibel

La perdita dell’udito è da attribuire fondamentalmente a due fattori predominanti che sono l’età e la lunga esposizione a rumori che superano gli 85 decibel.

Nel primo caso si parla di presbiacusia che si manifesta con la sempre più evidente difficoltà di comprendere e distinguere i rumori circostanti. La perdita dell’udito dovuta all’età si manifesta già dai 40 anni in su, sviluppandosi poi in modo progressivo.

La perdita dell’udito in questo caso non è quindi improvvisa, ma graduale e interessa entrambe le orecchie.

Ovviamente vi sono anche le dovute eccezioni, in quanto ci sono soggetti che nascono già con un problemi uditivi, o sviluppano l’ipoacusia (perdita dell’udito) durante l’infanzia.

L’esposizione a dei rumori prolungati e ad alta intensità può causare un deficit uditivo progressivo oppure improvviso: in questo caso l’ipoacusia può colpire anche un solo orecchio e non per forza entrambi.

Se si ha la consapevolezza di essere quotidianamente esposti a rumori che superano gli 85 decibel, è opportuno prendere le dovute precauzione, utilizzando ad esempio delle apposite cuffie isolanti.

Come compensare le perdite uditive?

Sottoporsi ad una visita presso un centro specializzato aiuta a dare sollievo ad eventuali problemi di udito, per compensare le perdite una buona idea intervenire subito facendosi controllare senza rimandare; puoi trovare alcune soluzioni per deficit uditivi su InfoUdito.

Nei casi di perdita progressiva, al primo segnale occorre infatti recarsi dal proprio medico o anche da uno specialista, come l’otorinolaringoiatra, per chiedere un consulto e una visita.

In questo caso i rimedi per migliorare l’udito vengono forniti in base ai differenti casi e ai livelli di deficit uditivi e possono coinvolgere interventi chirurgici, nel caso in cui si debba operare per riparare la membrana del timpano danneggiata, cure farmacologiche, oppure l’utilizzo di protesi acustiche.

Queste ultime vengono invece di solito utilizzate per dei danni neurosensoriali, che compensano il deficit uditivo di un soggetto ampliandone i suoni. Anche in questo caso vengono effettuate delle attente valutazione per verificare quali possono essere gli apparecchi acustici più adatti alle varie esigenze. L’analisi vengono effettuate da un audioprotesista che sottoponi i pazienti a dei test di screening per verificare quale sia il grado di perdita uditiva.

Sul mercato esistono diversi tipi di apparecchietti acustici adatti ai vari livelli di ipoacusia: quelli odierni sono stati realizzati per essere quanto più discreti possibile, senza che ovviamente questo vada a discapito della loro parte funzionale. Nei casi più “lievi” vengono utilizzati dispositivi endoauricolari che sono inseriti direttamente all’interno del canale uditivo. La loro particolarità è quella di amplificare il suono a discapito dei rumori, sia vicini che distanti, favorendo così una percezione pulita di ciò che si ascolta.

È importante ricordare come la perdita dell’udito non costituisce solo un deficit fisico ma anche psicologico, in quanto crea interferenze nel corso della comunicazione con gli altri “danneggiando” anche in qualche modo le relazioni.

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Trattamenti

Corso per diventare massaggiatore a Roma: da dove iniziare

Avete mai pensato di iniziare un corso per massaggiatore?

Se siete di Roma e dintorni potrebbero esserci varie occasioni.

Avete intenzione di pensare a un corso gratuito di qualche scuola x improvvisata? No, questo non posso consigliarvelo ma posso consigliarvi i corsi base e non di una scuola specializzata.

Noi non dobbiamo diventare degli anonimi dilettanti, noi dobbiamo imparare un mestiere e con questo mestiere poterci campare.

E, onestamente, ci si campa anche alla grande.

Statistiche alla mano la professione del massaggiatore, negli ultimi 10 anni, ha avuto un boom di richieste pazzesco così come pazzesco è diventato il mondo del benessere e del relax. Ha inciso parecchio sull’economia del nostro paese la nascita di centri estetici, spa, centri termali, luoghi dove è possibile recuperare un po’ di energia e un po’ di relax dopo le fatiche di settimane divise tra lavoro e casa.

Ed è lì, proprio in questa ricerca di professionalità in grado di dare continuità a un trend che non smette di migliorare, che la figura del massaggiatore diventa molto importante. Grazie a scuole che sono in grado di insegnare bene, con insegnanti professionisti, anche chi non è più giovanissimo ha un’opportunità di cambiare in meglio la propria vita e nell’arco di un anno.

Basta avere le idee chiare e capire quali siano i corsi da fare e come.

I corsi principali di massaggio

I corsi principali a cui affidarsi per iniziare questo viaggio nel mondo del massaggio sono 4:

  • corso di massaggio base
  • corso di massaggio sportivo
  • corso di massaggio olistico
  • corso di massaggio ayurvedico

Se sei di Roma o dintorni pensaci seriamente ad iniziare uno di questi corsi che di solito si svolgono nel weekend proprio per lasciare a coloro che lavorano di continuare a lavorare durante la settimana e di ritagliarsi un paio di giorni per fare un corso pratico di 8 ore che sia in grado di poter dare un’opportunità differente a una vita che ci sembra andare su binari standard.

Qui non si tratta solo di imparare un mestiere ma di dare alla nostra vita una dignità nuova, una sferzata di novità che ci potrà permettere di lavorare in proprio o come dipendente ma senza la paura del posto fisso, perché si ha un mestiere tra le mani che si può svolgere ovunque si voglia.

Ma torniamo ai corsi.

Il corso di massaggio base è il primo a cui vi consiglio di approcciare ed è anche giusto partire da un corso che vi dia un’infarinatura generale e che ci permetta di essere in grado di chiudere un’ora di massaggio già dopo il primo corso. Corso incredibile questo che non solo ci insegna le varie tecniche di manipolazione e digitopressione che ci servono per manipolare e massaggiare, appunto, le varie parti del corpo ma anche le varie parti del corpo stesso. Come si chiamano, cosa sono, dove si trovano. Le lezioni di anatomia sono fondamentali per iniziare a lavorare in questo campo, abbiamo bisogno di sapere dove sia il trapezio se qualcuno ci dice di avere un dolore proprio lì, non trovate?

Il corso di massaggio sportivo è quello che ci dà la possibilità di lavorare con atleti e squadre che hanno bisogno di un massaggio che alimenti e migliori le prestazioni. E questo può farlo un massaggiatore sportivo che impara l’arte del massaggio decontratturante e che è in grado di migliorare anche il recupero da traumi ed infortuni più o meno gravi. Un massaggiatore sportivo può e deve lavorare nel pre-gara, durante se ce n’è bisogno e anche nel post gara proprio per riuscire nell’intento di migliorare i muscoli affaticati con un massaggio in grado di far recuperare prima dalla stanchezza. Oltretutto le scuole autorizzate, grazie a un esame integrativo che si chiama CSEN, sono in grado di inserire i propri massaggiatori sportivi nel circuito Coni, quindi davvero un ampio spettro di possibilità lavorative si apre davanti agli occhi degli interessati.

Il corso di massaggio olistico (che io consiglio sempre di intraprendere dopo il corso di massaggio base) è quello più richiesto, in tutte le sue accezioni internazionali, in quelli che sono centri estetici, termali e spa. E’ il massaggio rilassante per eccellenza e ci sono varie tecniche che aiutano nel rilassare il corpo e quindi di conseguenza nel togliere via tutte quelle tensioni che si accumulano durante la nostra vita di tutti i giorni. Massaggi tradizionali, orientali, con le pietre calde messe su punti strategici. Una bella sorpresa per chi ha voglia di lavorare subito.

Il corso di massaggio ayurvedico è quello che più di tutti parte dall’assunto che il corpo e la mente siano collegati e che toccare determinati punti del nostro corpo non possa che far bene anche alla nostra mente, nello specifico al nostro sistema nervoso. Il massaggio ayurvedico è quello più legato alla medicina tradizionale orientale e nell’accezione della riflessologia plantare che io non posso non considerare davvero un corso che farei io stessa con grande curiosità. La riflessologia parte dall’appunto come il massaggio ayurvedico, per cui toccare alcune zone della pianta del piede corrisponda a un benessere di alcuni organi interni e anche della nostra mente. E questo è rispettabile e anche comprovato se pensiamo al nostro corpo come a una complessa ramificazioni di nodi e di energie che si incrociano.

Questi sono i 4 corsi principali che possiamo frequentare ma vi assicuro che ci sono tantissimi corsi collaterali che ci permetteranno di essere sempre più specializzati. E in un mondo che va verso il futuro la specializzazione nel lavoro ci rende sempre più appetibili come possibili impiegati. E proprio per questo vi consiglio di provare a cambiare la vostra vita senza pensare che sia troppo tardi, senza pensare di non avere più tempo ed età per fare una scelta radicale.

Chiedere informazioni è un modo molto intelligente di prendere tempo e nel frattempo di lasciarvi incuriosire anche da campi e lavori a cui non avevate pensato fino a un attimo prima. Allora perché non provare?

Autore: Gilda M.

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Salute

Emorroidi: quali sono i rimedi naturali?

Fra i rimedi naturali per le emorroidi esistono numerose tisane che possono curare il nostro problema. I fastidi dati dalle emorroidi sono molti ma con le tisane giuste si può ottenere il risultato desiderato. Le tisane possono essere considerate medicine naturali che possono quindi garantire benefici salutari sotto questo punto di vista.

Le cosiddette “droghe salutari” possono risultare lenitive. Ad esempio, una tisana come la malva non solo può curare i fastidi delle emorroidi ma risolve anche gran parte dei problemi di stitichezza. Molte altre erbe possono essere utili, fra cui il ribes nero o l’ippocastano. Tali erbe possono migliorare la circolazione del sangue e il tono delle vene. In questo modo i capillari risultano più rinforzati e, di conseguenza, si può avere una defecazione più naturale e libera.

Un’altra erba da prendere in considerazione per la cura delle emorroidi è l’amamelide. Grazie alla sua proprietà che risulta antinfiammatoria si può preparare unguenti e estratti di vario tipo, vediamo le composizioni delle tisane in questione nello specifico.

Rimedi naturali

Una tisana utile per rimediare ai dolori delle emorroidi è quella di ippocastano. Aggiungendo quaranta grammi di semi di ippocastano insieme ad un achillea millefoglie ed una corteccia di Frangola, si può ottenere risultati notevoli.

Dopo aver radunato gli ingredienti, è opportuno mescolarli nell’acqua bollente (circa un litro). Successivamente, è necessario lasciare in infusione per far maturare l’effetto che può garantire questa tisana. La dose consigliata è quella di due tazze (una la mattina ed una la sera).

Un’altra tisana che può aiutare è composta dagli stessi ingredienti della precedente mescolati a foglie di boldo ed erba di equisteo. Dopo aver miscelato tali ingredienti in acqua bollente e averli lasciati perdurare al suo interno per un infusione, è consigliato berne tre al giorno.

Emorroidi: consigli

I disturbi dati dalle emorroidi possono essere fastidiosi ed i rimedi naturali possono portare giovamenti fisici, non solo dal punto di vista delle emorroidi stesse, ma anche su un piano salutare generale. Solitamente, le tisane non hanno sostanze come caffeina o teina che possono eccitare o altri tipi di sostanze che, a lungo andare, possono danneggiare la salute. Solitamente, anche se si beve una tisana in più del normale, non dovrebbe risultare problematico.

Detto questo, il troppo stroppia in ogni campo e considerando la delicatezza dei disturbi di emorroidi, è sempre meglio procedere con cautela. Per questo motivo, se si desidera fare uno strappo alla regola e bere una tisana in più o prendere medicine vere e proprie, consigliamo di chiedere un consulto specifico ad uno specialista prima di farlo. In base al vostro stile di vita, alle vostre abitudini e al vostro stato di salute, uno specialista saprà sicuramente consigliarvi ciò che fa per voi.

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Salute

Diverticolosi: come tenerla sotto controllo

I diverticoli sono formazioni cave a forma di sacchetto presenti spesso nell’intestino crasso e nel colon. La presenza di queste formazioni si chiama diverticolosi, una condizione non troppo grave e piuttosto comune con l’età: basti pensare che circa la metà degli americani di età superiore ai 60 anni ne soffre.

La diverticolosi va però tenuta sotto controllo poichè potrebbe trasformarsi in diverticolite, una malattia che provoca l’infiammazione dei diverticoli, che si manifesta quando le parti deboli della parete intestinale cedono alla pressione, causando il rigonfiamento di queste sezioni.

In presenza di diverticolite, i diverticoli si infiammano e si infettano, oppure possono lacerarsi, e ciò può portare a seri problemi di salute o complicazioni, tra cui:

– nausea
– febbre
– forte dolore addominale
– sangue nelle feci
– ascesso

Tenere la diverticolosi sotto controllo con la dieta

Una dieta sana può essere utile per tenere sotto controllo la diverticolosi: in presenza di diverticoli vi sono degli alimenti proibiti, mentre altri saranno molto d’aiuto nel trattamento della malattia.

Secondo uno studio, una dieta che limita gli alimenti ad alto contenuto di oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli può giovare alle persone che soffrono di diverticolosi. Questi cibi includono:

– alcuni frutti, come mele, pere e prugne
– latticini, come latte, yogurt e gelato
– alimenti fermentati, come crauti o kimchi
– fagioli
– cavolo e cavoletti di Bruxelles
– cipolle e aglio

Alimenti ad alto contenuto di fibre

Gli alimenti ad alto contenuto di fibre possono essere utili per le persone che soffrono di diverticolosi, e possono anche aiutare a prevenirla. Tuttavia, ogni individuo è diverso e il fabbisogno specifico di fibre varia in base alle condizioni e ai sintomi.

Se avete un dolore costante, il medico potrebbe suggerirvi di limitare l’assunzione di questi alimenti per un po’ di tempo. Questo perché la fibra aggiunge volume alle feci e può aumentare la peristalsi o le contrazioni del colon, cosa che può provocare dolore.

Gli alimenti ricchi di fibre che potreste voler limitare o evitare includono durante una riacutizzazione della diverticolosi includono:

– legumi come fagioli, ceci e lenticchie
– cereali integrali come riso integrale, quinoa, avena, amaranto, farro e bulgur
– frutta

La dieta occidentale

Una “dieta occidentale” ad alto contenuto di grassi e zuccheri e povera di fibre può essere collegata all’aumento nell’incidenza della diverticolite. Secondo gli studi, evitare alcuni alimenti può aiutare a prevenirla o a ridurne i sintomi:

– carne rossa
– grani raffinati
– latte intero
– cibi fritti

Infine, in passato, i medici raccomandavano che le persone con diverticolite o diverticolosi dovessero evitare noci, popcorn e semi vari, questo perché si pensava che le minuscole particelle di questi alimenti potessero depositarsi nei diverticoli e provocare un’infezione. Tuttavia, di recente, la maggior parte dei medici si è allontanata da questo consiglio, perchè la ricerca moderna non ha mostrato prove che collegano questi alimenti a problemi diverticolari.

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Salute

Serenoa repens: controindicazioni e proprietà della pianta

La serenoa repens, anche conosciuta come Saw palmetto, è una palma che ha dimostrato di avere numerose proprietà benefiche.

La scoperta delle sue proprietà naturali ha portato ad individuare diverse possibilità di utilizzare questa pianta per il benessere del corpo.

Serenoa repens cos’è?

La serenoa repens è una particolare palma nana dotata di diverse proprietà naturali, che se sfruttate al meglio possono essere molto efficaci per prendersi cura del proprio corpo.

Questa palma viene definita nana perché la sua altezza massima è di tre metri, altezza che viene raggiunta dagli esemplari più alti.

Serenoa repens proprietà

Vediamo quindi quali sono le proprietà naturali che sono state individuate nella serenoa repens e che hanno reso questa pianta molto famosa nel settore del benessere.

Uno dei primi effetti che è stato individuato è quello antinfiammatorio. I principi attivi di questa pianta possono essere sfruttati per alleviare l’infiammazione e per far sì che la flogosi vada incontro alla risoluzione.

Un altro effetto molto importante è la proprietà spasmolitica, che può essere sfruttata per i pazienti che hanno l’ipertrofia prostatica. La pianta ha dimostrato di avere un effetto simile ai farmaci che normalmente vengono prescritti per l’ipertrofia prostatica e che appartengono alla categoria degli alfa bloccanti.

Per il trattamento dell’ipertrofia prostatica è possibile assumere uno specifico integratore alimentare per la proposta, commercializzato con il nome di Prostamol.

Si tratta di un integratore a base di serenoa repens, pensato per sfruttare tutte le proprietà naturali di questa palma nana. Puoi approfondire questo integratore sul sito Bellezza Autentica.

Serenoa repens funziona davvero?

Prima di assumere un qualsiasi integratore a base di serenoa repens ci si chiede se funziona davvero.

Sono stati condotti alcuni studi, da laboratori di ricerca differenti, per testare le reali proprietà di questa pianta e per vedere se potesse essere di aiuto.

Dagli studi è emerso che la serenoa repens può essere efficace nel trattamento della ipertrofia prostatica benigna e nell’aiutare ad alleviare la sintomatologia correlata a questa patologia.

Questi studi hanno condotto alla produzione e commercializzazione dell’integratore Prostamol che abbiamo citato in precedenza e che ha dimostrato di essere un rimedio efficace da impiegare in caso di ipertrofia prostatica.

Serenoa repens effetti collaterali

Prima di iniziare ad utilizzare degli integratori a base di questa pianta è bene conoscere quali sono gli effetti collaterali serenoa repens.

Si tratta di effetti avversi che possono comparire nel corso dell’assunzione di questo prodotto e la cui probabilità di comparsa aumenta se si assume una quantità eccessiva di prodotto. Per questo motivo si consiglia sempre di rispettare le dosi consigliate, per evitare appunto di andare incontro a sovradosaggio.

Nell’elenco puntato sono indicati gli effetti collaterali ai quali si potrebbe andare incontro in corso di assunzione:

  • Disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito, diarrea o stitichezza
  • Mal di testa
  • Prurito
  • Alterazioni della produzione degli ormoni
  • Vertigini
  • Aumento della pressione arteriosa

Gli effetti indesiderati elencati sono in realtà poco frequenti, in particolare quelli più gravi. Resta il consiglio di non assumere il prodotto oltre le dosi consigliate.

Controindicazioni serenoa repens

Un altro aspetto da trattare riguarda le controindicazioni serenoa repens, ovvero quelle situazioni nelle quali è preferibile non assumere questo prodotto ed integratori a base del principio attivo della serenoa.

Si consiglia innanzitutto di non assumere il prodotto indicato durante la gravidanza ed anche durante il periodo dell’allattamento. Si tratta di fasi delicate, in cui sarebbe preferibile non assumere alcun tipo di prodotto senza non aver prima chiesto al proprio medico di famiglia, per essere certi che non vengano arrecati danni al feto o al bambino.

Un’altra controindicazione è l’ipersensibilità al prodotto. Nel caso dell’assunzione di integratori bisognerebbe fare attenzione anche all’ipersensibilità verso uno o più eccipienti o principi attivi dell’integratore stesso.

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Salute

Cistite: cause, sintomi, diagnosi e cure

 

La cistite è un disturbo delle vie urinarie caratterizzato da un forte bruciore della mucosa vescicale mentre si urina e da minzioni frequenti, spesso accompagnate da sensazione di vescica non del tutto vuota. L’infezione può risolversi dopo un singolo episodio o può persistere prolungando il dolore e a soffrirne sono maggiormente le donne. Ecco di seguito le cause, i sintomi e le cure per combattere la cistite.

Cause e sintomi

A volte la cistite può manifestarsi senza cause particolari, altre volte è causata da rapporti sessuali frequenti o dall’uso di certi sistemi contraccettivi come il diaframma e le creme spermicide, ma anche l’utilizzo indiscriminato di antimicrobici può alterare la normale flora batterica vaginale. Anche l’uso di pantaloni o biancheria intima troppo aderenti, utilizzo del catetere, malformazioni dell’apparato urinario, diverticoli, diabete, presenza di corpi estranei o patologici nella vescica e altri fattori possono predisporre alla cistite.

A far insorgere l’infiammazione sono i batteri che popolano l’ultimo tratto dell’intestino, in particolare il colibacillo, ma anche altri patogeni. I batteri possono arrivare alla vescica tramite l’uretra, quindi dall’esterno, o dall’interno per contagio da organi vicini, o per via ematica. Una volta arrivati nella vescica i batteri si moltiplicano infiammando la mucosa e causando quella patologia nota come cistite. I sintomi più frequenti sono bruciore o dolore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi e freddo, spasmo doloroso, urine torbide, talvolta maleodoranti.

Diagnosi

La diagnostica della cistite viene eseguita tramite l’esame fisico-chimico delle urine, del sedimento urinario e sull’urinocoltura. L’obiettivo è rilevare la presenza di batteriuria, ovvero la presenza di batteri nelle urine: è considerato normale un livello di contaminazione vescicale fino a 10.000 colonie per ml, mentre una concentrazione superiore a 100.000/ml segnala un’infezione batterica in corso e quindi la presenza della cistite.

Il germe che nella maggior parte dei casi è responsabile della cistite è l’Escherichia coli, ma anche il Proteus Vulgaris e il Klebsiella sono batteri ricorrenti. Quando la cistite si presenta con una certa frequenza, oltre alla diagnosi microbiologica sono necessari ulteriori esami, tra cui quelli urologici, ginecologici, gastroenterologici ed endocrinologici, per avere un quadro più chiaro della situazione.

Alimentazione ideale per curare la cistite

Oltre che la terapia farmacologica, i rimedi naturali e accurate norme igieniche-comportamentali, la cistite va curata anche con l’alimentazione. Infatti, per ristabilire il corretto equilibrio della flora batterica responsabile della cistite è necessario seguire una dieta equilibrata, che prevede prima di ogni cosa una corretta idratazione.

Infatti, bere acqua riduce la carica batterica, ma è necessario evitare anche l’assunzione di cibi contenenti molti zuccheri, ma sono sconsigliati anche formaggi, insaccati, alcolici, caffè e i cibi piccanti. Per alleviare il dolore è utile introdurre nell’alimentazione mirtilli e ribes, alimenti ad azione antinfiammatoria che sono efficaci in caso di cistite. Inserire nella dieta anche cereali integrali, frutta e verdure di stagione, privilegiando cibi ad azione diuretica come anguria, ananas, fragole, cetrioli e finocchi. Come abbiamo potuto vedere, per evitare problemi di cistite è necessario prestare molta attenzione all’alimentazione, a tal proposito vi segnaliamo questo interessante post dal titolo “Cistite cosa mangiare e cosa evitare” pubblicato dal sito noncicasco.it.

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Dipendenze da Sostanze Stupefacenti

Smettere di fumare non è semplice ma ne vale la pena

Non è facile smettere di fumare, data la vera e propria dipendenza da nicotina che si instaura nei fumatori. Infatti, il problema principale di questi ultimi è quasi sempre costituito dall’alta percentuale di recidive.
Quali sono, oggi, gli interventi che sono realmente in grado di aiutare le persone a smettere di fumare?
Attualmente sono disponibili i risultati ottenuti da studi controllati sui seguenti interventi comunemente proposti ai fumatori per aiutarli nel loro intento di smettere:

· terapia nicotinica sostitutiva (gomme da masticare, cerotti, spray, ecc…);

· agopuntura;

· attività fisica;

· trattamento con antidepressivi e ansiolitici.

Fra i trattamenti elencati è emerso che alcuni possono essere realmente di aiuto ai fumatori che intendano smettere, mentre altri non apportano alcun beneficio significativo.
Come si noterà dalla lettura di quanto segue, l’unica “terapia” efficace al 100% è quella di non incominciare mai a fumare.

Terapia nicotinica sostitutiva

Questa è una delle terapie che “funzionano”, nel senso che gli studi hanno evidenziato come questo trattamento aumenti la percentuale di persone che smettono di fumare. Va detto che molti dei pazienti che hanno utilizzato questa tecnica, hanno ricominciato a fumare entro i 5 anni successivi (spesso già entro i primi due mesi). In genere, sono necessari più tentativi prima di riuscire a smettere di fumare definitivamente. I fumatori più accaniti hanno bisogno di dosi di nicotina più elevate per migliorare l’efficacia di questa terapia nei loro confronti. Una osservazione importante, che i fumatori dovrebbero tenere presente, è che coloro che resistono alla tentazione di fumare nella prima settimana di terapia, hanno una buona probabilità di non riprendere a fumare per almeno un anno.
Infine, non si sono riscontrate differenze nell’efficacia tra le gomme da masticare alla nicotina, i cerotti, gli spray nasali e le pastiglie sublinguali. Nessuno di questi metodi di somministrazione è migliore rispetto agli altri.
Gli effetti collaterali, invece, dipendono certamente dal metodo di somministrazione. Per la gomma da masticare si possono riscontrare singhiozzo, disturbi gastrointestinali, dolore mascellare e disturbi al cavo orale. L’irritazione e la sensibilizzazione cutanea sono invece gli effetti collaterali possibili in caso di utilizzo dei cerotti transdermici alla nicotina. Anche per gli spray si possono manifestare fenomeni di irritazione locale. Infine, le pastiglie sublinguali possono causare singhiozzo, sensazione di bruciore, mal di gola, tosse, labbra secche e ulcere alla bocca.

Agopuntura: aiuta a smettere di fumare?

Questa tecnica viene spesso proposta come un valido aiuto per smettere di fumare. La realtà clinica, però, non è a favore dell’agopuntura. Studi controllati, condotti su ben 3772 soggetti, hanno chiaramente dimostrato che questa tecnica non apporta alcun beneficio significativo a chi vuole smettere di fumare, rispetto al placebo. Ciò significa che coloro che si sottopongono ad agopuntura hanno le stesse difficoltà, le stesse recidive e, in generale, gli stessi disagi e le stesse problematiche di chi decide di astenersi dal fumo di propria spontanea volontà senza alcuna terapia di aiuto.
Va detto che l’agopuntura, in genere, non manifesta alcun effetto collaterale significativo.

L’attività fisica contro il fumo

Benchè siano stati condotti alcuni studi a riguardo, ancora non vi sono dati sufficienti a chiarire se lo svolgimento di un’attività fisica possa essere di aiuto a coloro che intendano smettere di fumare. Comunque, si pensa che difficilmente l’attività fisica potrà mai costituire, da sola, un valido aiuto per coloro che desiderano smettere di fumare.

Trattamento con antidepressivi e ansiolitici. Per quanto riguarda l’utilizzo degli ansiolitici per aiutare i fumatori a smettere di fumare, quattro studi condotti su un totale di più di 600 soggetti, hanno mostrato come questi farmaci non sono di alcun aiuto. In compenso, gli ansiolitici possono dare problemi di dipendenza ed astinenza che, nel caso dei fumatori, non farebbero altro che complicare il loro stato sensibilmente.
Invece, è stato dimostrato che il bupropione (un antidepressivo) è in grado di aiutare in maniera significativa i fumatori che intendono smettere. Anche in questo caso, come nel caso della terapia nicotinica sostitutiva, ciò che è effettivamente emerso è che la percentuale di coloro che si astenevano dal fumare fino a 12 mesi è più alta tra le persone che assumevano bupropione rispetto a coloro che assumevano un placebo.
Gli effetti collaterali legati all’uso di questo farmaco vanno dalla cefalea, all’insonnia, alla secchezza delle fauci. Va riportato che è alta la percentuale (10%) di coloro che a causa degli effetti collaterali spesso abbandonano questa terapia.

Smettere di fumare vale davvero la pena

Qui sotto una tabella che mostra alcuni dei benefici immediati e perpetui nel tempo dello smettere di fumare: condurre una vita più sana e più rispettosa di te stesso e di chi ti sta intorno è un’ottima scelta, inziala il prima possibile!