Il mondo del loisir notturno, rappresenta un ambiente peculiare, all’interno del quale, il consumo di sostanze vecchie e nuove, assume una valenza strettamente correlata, alla fruizione del divertimento stesso. Tra i giovani, l’uso sperimentale di alcol e di droghe, è in gran parte collegato alla curiosità, a comportamenti e stili di vita di tipo imitativo all’interno del gruppo, alla reperibilità, ad occasioni favorevoli ed è spesso associato a momenti di socialità e di divertimento. Negli ambienti di vita notturna, l’uso di sostanze stupefacenti, è spesso causato dall’intenzione di divertirsi. Per questi giovani, il rischio è collegato, alla possibile futura dipendenza e ad eventi occasionali, associati ad alterazioni (incidenti) o inesperienza (overdose).
Recenti indagini, mettono in rilievo, come le occasioni di contatto con le droghe mutino sensibilmente in base al genere e all’età dei soggetti, raggiungendo il picco più alto attorno ai 18 anni, per poi declinare già a partire dai 20 anni, e con una costante maggiore esposizione dei maschi rispetto alle femmine. A questo primo elemento si affiancano altri fattori strutturali, rappresentati dal fatto di abitare in città con più di 250000 abitanti o in regioni del Centro o del Nord Ovest del Paese, oppure dal fatto di provenire da famiglie di status sociale più elevato.
Le uscite serali, legate al mondo del loisir notturno, sono dei fattori di rischio verso la propensione ad usare le droghe, soprattutto correlata agli orari di rientro notturno. Infatti, se coloro che dichiarano di rincasare entro mezzanotte, hanno indici di contiguità verso l’uso di droghe decisamente inferiori alla media, tra coloro che fanno rientro dopo le 3,00 di mattina, gli stessi indici, raggiungono valori doppi, rispetto alla media generale del campione.
Nei giovani l’utilizzo di alcol e di droghe si profila come delle vere e proprie scelte di consumo, che fanno riferimento alla situazione, alla compagnia e agli effetti che si vogliono ottenere, e a questi, vengono associate le sostanze disponibili in quel momento. Così l’utilizzo d’ecstasy e di cocaina, è maggiormente connesso agli ambiti del divertimento serale, mentre il consumo di cannabis risponde più spesso ad un bisogno di gruppalità soprattutto tra i ragazzi più giovani. Tutto questo sullo sfondo di un più ampio quadro di diffusione e crescita di attività del loisir, fortemente centrate attorno alla massimizzazione delle emozioni adrenaliniche.
Recenti studi, mettono in evidenza, come l’uso d’alcol e di sostanze stupefacenti, sia legato all’offerta dell’industria del divertimento. La cannabis è la droga di cui principalmente viene notato l’uso, soprattutto all’interno dei centri sociali e circoli, dei disco-pub, dei bar e dei pub. Dopo la cannabis, emerge un alto uso di cocaina ed ecstasy, soprattutto nei centri sociali, nelle discoteche e nei risto-ballo. L’andamento della cocaina è assimilabile a quello dell’ecstasy, ma con percentuali più elevate. L’utilizzo di queste sostanze, assume una valenza ricreazionale ed è associata all’intenzione di divertirsi. Le “sostanze ricreazionali”, sono legate all’aspetto socializzante e sono maggiormente associate alla componente del ballo e della musica. Non a caso si riscontra un maggior consumo di sostanze stupefacenti nei luoghi del ballo, della post-discoteca e degli after-hour. Correlativamente con l’avanzamento della notte e la rispettiva offerta d’intrattenimento, tende ad aumentare il consumo di sostanze stupefacenti, raggiungendo il picco negli after-hour, che segnano la tappa finale di una notte di divertimento.
Non si riscontra o comunque c’è un uso marginale, di eroina all’interno dell’intrattenimento notturno. Ciò è facilmente spiegabile con il fatto che il consumo d’eroina è “occulto”, nascosto, legato più alla sfera strettamente privata, piuttosto che agli ambiti di socializzazione e del divertimento.
Se l’eroina, non si pone come sostanza a scopo ricreazionale, l’alcol è la sostanza psicoattiva, che ha il maggior abuso e diffusione a scopo ricreativo. Rispetto al momento del divertimento e aggregazione, emerge che il maggior abuso d’alcol, soprattutto di cocktail e di superalcolici, è legato alla situazione del ballo durante il wee-kend, senza escludere i luoghi in cui ci s’incontra prima e dopo la discoteca. E’ possibile ipotizzare una modalità di consumo per tappe, in cui c’è una maggiore probabilità di riscontrare un abuso, man mano che si avanza nelle ore della notte. Rispetto all’offerta dei locali, s’individua differenti probabilità di riscontrare un abuso d’alcol: happy-hour, aperitivo, cena, pre-disco, ballo, post-disco, after-hour. L’andamento della probabilità di ritrovare un abuso, durante il fine settimana, segue un andamento lineare e progressivo, che tende ad aumentare, man mano che si va dagli aperitivi alla tarda notte, raggiungendo alte percentuali d’abuso, negli after-hour. Durante la settimana, il consumo d’alcol segue un andamento opposto al week-end, perché diminuisce, man mano che si avanza verso le ore tarde della notte. Questo è spiegabile anche in relazione alla fruizione del divertimento, che si adegua ad un arco temporale più ristretto.
Attualmente si riscontra un alto consumo fra i giovani di birra, seguita da i cocktail e dai superalcolici. Il vino è la sostanza alcolica di cui si osserva invece il minor consumo, fra la popolazione giovanile. La prevalenza del consumo di certe bevande, conferma la plausibilità dell’ipotesi di uno stile giovanile del bere, che si avvicina al modello anglossassone, in cui il valore d’uso principale del bere è costituito dall’euforia, a discapito di un valore d’uso alimentare del vino, tipico del modello mediterraneo. Questo mutamento in corso, va esaminato all’interno dei cambiamenti più generali dei consumi alcolici e delle trasformazioni sociali in atto. L’adozione di un nuovo stile del bere, può creare una situazione di assenza di regole nella quale trova spazio l’abuso non regolato. Dai dati Iard, emerge la tendenza fra i giovani tra i 15-24, verso un aumento nel giudicare un comportamento ammissibile l’ubriacarsi. L’ammissibilità verso l’uso e l’abuso d’alcolici, come l’ubriacarsi è aumentata, di oltre 18 punti dal 1992 al 2000. A un atteggiamento di ammissibilità verso l’abuso di alcol, corrisponde la diffusione di comportamenti, che fanno dell’alcol, la sostanza maggiormente usata, all’interno della popolazione giovanile, da sola o in concomitanza ad altre sostanze.
Tipi di droghe: caratteristiche ed effetti
Preso atto della larga diffusione dell’uso di droghe e d’alcol, all’interno dei luoghi del loisir notturno, è importante mettere in evidenza gli effetti di quelle sostanze, che risultano essere di maggior diffusione, consumo e fruizione.
Il termine droga, dall’etimologia incerta, raggruppa un insieme di sostanze di varia origine, con meccanismi d’azione e d’effetti estremamente vari. Gli effetti delle droghe, dipendono da alcuni fattori in particolare dal set (condizioni psicofisiche delle persone), dal setting (contesto, situazione) e dalla sostanza (dosaggi, purezza, etc). Tutti i mix di più sostanze, comportano rischi maggiori per la salute, in quanto si possono verificare interazioni pericolose di cui non si conoscono gli effetti. Anche le modalità d’assunzione presentano dei rischi (aids, epatite, iperdosaggi, etc), come pure le condizioni psicofisiche individuali (allergie a particolari componenti, malattie latenti) e il setting (non sicurezza della struttura d’assunzione, amici non vicini, etc).
Ecstasy
La sigla chimica dell’ecstasy, è 3,4-metelinediossi-N-metilanfetamina, abbreviata, in Mdma. L’ecstasy o Mdma, è un derivato dell’anfetamina, come le molecole di Mdea (Eve) e di Mda (Love Drogs). Queste sono “anfetamine psichedeliche”, per indicare la sintesi a livello chimico, fra la molecola di anfetamina e la mescalina, che è il principale alcaloide del cactus allucinogeno peyote. Tali “anfetamine psichedeliche”, non appartengono alla classe degli psichedelici, perché non producono di per sé allucinazioni o visioni, ma aumentano la percezione sensoriale e la capacità comunicativa e per tali effetti, sono classificate come entactogeni (che tocca dentro) o empatogeni (produttori d’empatia). Tra le tre varianti di “anfetamine psichedeliche”, l’Mdma è quella che riesce ha produrre maggiori effetti empatogeni.
Il dosaggio d’ecstasy è soggettivo e varia dai 75 mg ai 150 mg, per via orale, sottoforma di pasticche, solitamente colorate e con disegni diversi, in relazione all’effetto maggiormente causato. I primi effetti fisici, si manifestano in 30-60 minuti dopo l’assunzione e comprendono sintomi, come la dilatazione delle pupille, leggera nausea e stordimento. Gli effetti più marcati, come l’aumento del buon umore, della loquacità, del sentirsi in sintonia con gli altri e con il mondo intero, si presentano dopo un paio d’ore dall’assunzione e coincidono con il rilascio massiccio della serotonina (5HT) un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore, comportamento alimentare e il ciclo sonno-veglia.
Anche se gli effetti psichici prodotti dall’assunzione d’ecstasy, sono molto diversi da persona a persona, è possibile individuare quelli abituali, tra cui spicca una sensazione paradisiaca. Il soggetto in ecstasy, prova empatia per chiunque e aumenta la propensione a parlare e alla confidenzialità, con il rischio di fidarsi di chi non si conosce bene. In realtà queste propensioni affettive (se pur difficilmente misurabili) non sono esclusivo appannaggio dell’ecstasy. Basta pensare all’uso dell’alcol come “lubrificante” sociale nei party, oppure allo stato di gioia e all’apertura d’animo, indotte dalle prime tirate di “fumo” (inteso come haschish). Altro effetto psichico, prodotto dal “calarsi” d’ecstasy, è la distorsione di tutte le sensazioni, tra cui in primis, il tatto (questo spiega la propensione a toccare ripetutamente tessuti ed oggetti, tanto da definire l’ecstasy, come “droga dell’abbraccio”), il gusto, la vista e l’olfatto (manifestabile nella tendenza a fiutare ripetutamente cibi e bevande). Tenendo conto dell’esplodere dell’empatia, dell’incremento della fiducia nel prossimo, insieme al piacere dato dal contatto fisico, (che in ambienti come la discoteca, viene amplificato dal ballo e dalla visione delle cubiste), porta ad implicare un aumento del desiderio sessuale. Studi autorevoli, smentiscono un aumento dell’eccitazione e del desiderio sessuale, anzi l’ecstasy, tende a frenare l’orgasmo. Questo delucida perché vada di moda la “sextasy”, ovvero una miscela di ecstasy e di Viagra. Altro effetto psichico, che viene indotto con l’assunzione d’ecstasy, è la capacità di promuovere una stimolazione psicomotoria che consente al giovane “d’attraversare tutta la notte” e quindi di affrontare per ore fino all’alba e a volte oltre, (con gli after hour), la fatica del ballo, eliminando il senso della stanchezza , della fame, della sete e del sonno.
Effetti collaterali sono prodotti a livello somatico e possono essere la secchezza delle fauci, contrazioni della mascella, spasmi muscolari, nausea, crampi e aumento della pressione e del battito cardiaco. Quest’ ultimo fattore, può causare in concomitanza di altri elementi, come il ballare per ore senza sosta e spesso in locali non aerati, indossare abiti non traspiranti, bere poco o per niente, un aumento della temperatura corporea, che origina uno shock cardiovascolare o una ipertermia maligna, in cui la temperatura corporea, supera i 41-42°. Una temperatura elevata del corpo, è una condizione favorevole per originare emorragie cerebrali (ictus), emorragie interne o per fino la morte.
L’ecstasy è intrinsecamente neurotossica. Infatti, un dosaggio acuto troppo elevato e/o una frequente somministrazione di dose piccole, può portare ad una degenerazione dei neuroni 5HT2, che lavorano con la serotonina. La difficoltà a ristabilire un normale riequilibrio di serotonina, può determinare effetti collaterali permanenti, come perdita della memoria, crisi di panico, alterazioni del tono dell’umore e altro. Il rischio di neurotossicità aumenta, quando insieme all’ecstasy sono somministrate altre sostanze, che riducono o inibiscono il livello di serotonina, come la fluoxetina (principio attivo dell’antidepressivo Prozac) o il Marplan (farmaco antidepressivo). Altro fattore che può aumentare la tossicità dell’ecstasy, è il suo livello di non purezza. L’esistenza di un mercato clandestino, che mette in commercio pasticche composte, da un miscuglio imprecisato di sostanze (è stata rilevata la presenza di alcune sostanze pericolose, come: stricnina, barbiturici, eroina, anfetamine, veleno per topi, vermifugo per animali domestici, piombo etc.) con una percentuale molto bassa di Mdma, è causa d’effetti fisici e mentali, imprevedibili e pericolosi.
Dopo 3-6 ore dall’assunzione d’ecstasy, segue un esaurimento di 5 HT, per avere entro 24ore, un normale ripristino dei suoi livelli. La diminuzione dei livelli serotoninici, costituisce la fase del down, caratterizzata da stanchezza, sonnolenza, depressione, irrequietezza, alta irritabilità. Questo quadro sintomatico può essere interpretato come un recupero fisiologico, ma per taluni il disagio è così alto, che cercano di mitigarlo, fumando l’erba, ingerendo un tranquillante, respirando protossido d’azoto (noto come “laughing gas”) o addirittura iniettandosi l’eroina.
Il vero problema, è constatare se l’uso protratto d’ ecstasy, possa comportare alterazioni psichiche persistenti. Ci sono documentazioni, che rilevano una psicotossicità cronica permanente, (perdita della memoria, flas-back, Pandora syndrome, ovvero una testa piena d’immagini che vengono dall’inconscio), ma a causa di un impianto metodologico debole, rimane difficile individuare se l’ecstasy, sia la diretta causa di queste turbe psichiche, oppure sia un agente slatentizzante di una già soggiacente turba psichica (effetto patoplastico).
Ketamina
La Ketamina una sostanza nota nell’industria farmaceutica da almeno quaranta anni. E’ usata sia da medici che da veterinari, per avere un anestesia breve ma intensa. Di recente diffusione (a partire dalla fine degli anni settanta), nell’ambito ricreazionale, sotto i nomignoli di K, Special K, Ket, Cat Valium. I giovani la consumano come droga dance molto forte, e molto spesso, viene spacciata come ecstasy. La dose ricreazionale va dai 25-50 mg e si conosce due modi d’uso. Il primo, è l’iniezione della fiala per endovena o endomuscolo, che però è poco usata, poiché l’iniezione è molto dolorosa; l’effetto si ha dopo qualche minuto e dura tra i 45’ e i 90’ e si estingue entro 4-6 ore. Il secondo modo d’uso, è quello di trasformare il liquido delle fiale in polvere, attraverso il suo riscaldamento. La polvere ottenuta viene sciolta con un liquido acido come l’aranciata oppure viene fumata o sniffata. Per via orale l’effetto comincia non prima di 20’, dura fino a 90’ e si estingue entro le 8 ore; per via nasale l’effetto si manifesta entro 10’, ma dura solo fino a 30’e si estingue entro 90’.
L’effetti psichici prodotti dall’assunzione, è uno stato euforico e dissociativo (separazione del corpo dalla mente), spesso accompagnato da diversi livelli di dispercezione, come il “flanging” (ricezione delle sensazioni visive e uditive in forma ritmica frammentata e rallentata) o ancora più grave la diplopia (si vede doppio) e cecità caotica (immagini mal definite, tanto da diventare irriconoscibili). Mentre lo stato euforico si estingue, segue uno stato d’intontimento (“stoning character” ). I rischi, sono legati alla manifestazione degli effetti somato-neuro-tossici, come le vertigini, mancata coordinazione motoria, allucinazioni, delirio, disturbi visivi, trisma e convulsioni.
Anfetamine–metamanfetamine
Anfetamine e Metanfetamine sono degli stimolanti ed agiscono attraverso l’eccitazione delle vie dopaminergica ed adrenergica, provocando come effetti psicoattivi, un’iniziale euforia e sensazione di benessere simili a quelli prodotti dalla cocaina. A livello fisico, in fase acuta, determina un aumento del battito cardiaco, del numero di atti respiratori, della pressione arteriosa e della temperatura corporea.
La diffusione in ambito ricreazionale, è legata alla capacità, di determinare: socializzazione, eccitazione, motivazione, aumento dell’attenzione. La durata dell’effetti è di alcune ore e lascia come effetti indesiderati uno stato di depressione, comportamento antisociale e paranoia. Tra le anfetamine le sostanze più note in ambito ricreazionale, sono i solfati di anfetamine, speed, fischio, billy.
Le metamafetamine, come l’ice, crystal, shaboo, crack, sono più potenti delle comuni anfetamine, in cui l’effetto arriva a durare fino a 24 ore. Solitamente tali sostanze sono utilizzate per via orale, ad eccezione dell’ice, che è solitamente fumato, attraverso l’uso di pipe.
Inalanti
Il popper (nitrito di amile, butile, isobutile), è il più diffuso ad uso ricreazionale, e si trova generalmente in fialette il cui contenuto viene inalato. Gli effetti iniziano dopo 7-15 minuti dall’assunzione e durano per 30-90 minuti. Dopo l’inalazione, si avverte un senso di stordimento, che può essere seguito da vertigini e cefalee. E’ un eccitante, che provoca a livello del sistema nervoso centrale un maggior afflusso di sangue ed un rilassamento della muscolatura liscia (ivi inclusa quella degli sfinteri, di qui l’uso tra gli omosessuali). L’uso del popper, in concomitanza di altre sostanze, aumenta l’insorgenza di accidenti cardio-vascolari.
Cocaina
La cocaina è l’estratto della foglia della pianta della coca, che si presenta come una polvere bianca, cristallina, quasi impalpabile e di sapore amaro. La polvere bianca è solitamente “sniffata” per via nasale. Il crack è un tipo di cocaina a base libera, ottenuto attraverso un processo di manipolazione chimica, denominato “free base”, che consiste nel riscaldare la cocaina con soda ed acqua, che appunto libera la cocaina dalla base cloridrato. L’elevato potenziale d’ induzione alla dipendenza, deriva dalla moltiplicazione degli effetti stupefacenti e stimolanti della cocaina che, non più appesantita dalla base cloridrato, agisce direttamente sulle terminazioni del sistema nervoso centrale.
La cocaina agisce su alcune sostanze che, nel nostro cervello, influenzano l’energia, la memoria, la vigilanza, l’umore e il piacere. Chi la consuma cerca energia, potenza e una forte stimolazione sessuale. Inoltre, tende a sopravvalutare se stesso, le sue capacità e a sottovalutare le conseguenze, magari rischiose, di ciò che fa: un vero pericolo se si guida o si è in situazioni in cui è meglio tenere a bada l’aggressività. I maggiori effetti negativi, a livello fisico, è l’ eventuale manifestazione di: tremori, ipertensione, tachicardia, temperatura che sale, difficoltà a mangiare e a dormire.
Quando l’effetto finisce, c’è il “down”: ci si sente stanchi, senza energie, si entra in depressione. E con il tempo e l’aumentare delle dosi, in fase di down si arriva a non provare più piacere per nulla. La cocaina da tossicomania, cioè dipendenza, non si riesce più a farne a meno in tempi molto rapidi. La dipendenza da cocaina è molto difficile da curare. Chi esagera si sente stressato, insonne, mangia male e, alla lunga, può avere problemi con le sue prestazioni sessuali. L’overdose, può portare alla morte per arresto cardiaco, convulsioni o paralisi respiratoria. Effetti collaterali e rischi, si moltiplicano se la cocaina viene fumata (crack) o iniettata in vena, perché arriva più velocemente al cervello. Il mix con alcol e altre droghe aumenta i rischi. Il consumatore cronico è spesso ansioso, irritabile, sospettoso e suscettibile. In casi estremi, può arrivare alla paranoia, al delirio e avere allucinazioni che sfociano in psicosi vere e proprie.
Lsd
L’lsd è un semisintetico dell’acido lisergico. Comunemente chiamato “acido”o “trip”, è il più potente e diffuso allucinogeno. Viene consumato per via orale, attraverso la somministrazione di compresse dette micropunte oppure di francobolli di varie misure, imbevuti di una soluzione alcolica di lsd. La dose è di 150-300 microgrammi e gli effetti compaiono da 15’ a 1 ora dopo l’ingestione e durano 6-8 ore. L’lsd produce una modificazione delle percezioni spazio temporali, euforia ed alcuni effetti stimolanti.
Le distorsioni percettive sono frequenti, come il vedere suoni e il sentire colori, oppure la persistenza nel vedere immagini anche quando l’oggetto è scomparso (after image o trailing). Tutto ciò, accompagnato a rallentamento dei tempi di reazione, può comprensibilmente, rendere la guida di un autoveicolo un compito molto difficile. L’lsd può far salire la temperatura del corpo, aumentare la pressione del sangue, provocare tachicardia e dare un senso di vertigine e nausea.
Gli effetti cambiano, e di molto, a seconda del posto in cui ci si trova e dello stato emotivo e fisico di quel particolare momento. Può capitare facilmente che anche una lontana traccia d’inquietudine faccia cambiare la direzione del “viaggio” con ansia acuta, reazioni di panico, allucinazioni paurose che si autoalimentano e crescono fino a perdere il controllo e entrare in paranoia anche con deliri di persecuzione (bad trip). Il consumo anche di un solo francobollo in cui ci sia molto lsd può provocare depressione, paranoia, psicosi e “flashback”: a distanza, anche di molto tempo, il “viaggio” ritorna improvviso e inaspettato. Anche se, si consuma poco, personalità più vulnerabili possono rimanere a lungo squilibrate con danni permanenti. Il mix con alcol e altre droghe fa aumentare i rischi e gli effetti non ricercati.
Funghi allucinogeni
I funghi allucinogeni sono degli allucinogeni vegetali; in natura ne esistono di tantissime varietà e vengono ingeriti. Gli effetti più comuni, sono le distorsioni spazio-temporali e la loquacità. I rischi sono associati all’abuso, possono comportare forti allucinazioni, paranoia, vomito. Tra i più diffusi, c’è il fungo peyote e l’amanita muscaria, in gergo denominati ”funghetti magici”.
Oppio
Lattice disseccato, ottenuto per incisione delle capsule del papavero bianco. L’oppio si assume per via orale o si fuma riscaldandolo. Gli effetti come tutti gli oppioidi, sono la riduzione della sensibilità al dolore, dell’ansia e del disagio. Gli effetti specifici, consistono generalmente in una sensazione di leggerezza, di immortalità, di prestanza intellettuale e fisica; la sensazione di piacere, è determinata dal blocco di stimoli spiacevoli, quali il dolore, l’angoscia, la paura e dall’attenuazione degli stimoli esterni. L’immaginazione viene esaltata, senza arrivare a delle vere e proprie allucinazioni. I rischi sono l’indebolimento fisico e psichico, la dipendenza.
Eroina
L’eroina è un derivato della morfina; si trova sottoforma di polvere finissima o granulare di colore bianca, marrone o rossastra a seconda della purezza. Il cobret è un tipo d’eroina, o più esattamente un prodotto intermedio di lavorazione ottenibile saltando la fase di acetificazione,che trasforma l’eroina base, in eroina cloridrato (iniettabile).
L’eroina può essere iniettata, sniffata e fumata. L’iniezione attraverso l’uso promiscuo di siringhe, aumenta il rischio di contrarre l’Aids, l’epatiti, la tubercolosi e le malattie veneree. Gli effetti sono un generale e diffuso stato di benessere, la scomparsa d’angosce e timori, l’annullamento del dolore fisico. Si istaura in breve tempo, una rapida assuefazione, dipendenza psichica e fisica, con tutte le conseguenze che questa comporta. L’uso continuo provoca la scomparsa degli effetti piacevoli, fino ad arrivare all’assunzione solo per restare “normale” e combattere la crisi d’astinenza. L’astinenza si manifesta dopo otto ore dall’ultima dose, con la comparsa d’ansia, sbadigli, sudorazione, lacrimazione, insonnia, vampate di calore alternate a sensazioni di freddo, crampi e dolori addominali; dopo trentasei ore spossatezza, aumento della pressione e della temperatura, tachicardia, respirazione rapida. La crisi può protrarsi fino a dieci giorni; secondo alcune ricerche, nei sei mesi seguenti si possono verificare insonnia, una sensazione imprecisata di malessere, depressione: tutti fattori che determinano delle ricadute.
L’uso dell’eroina porta ad un decadimento dello stato generale di salute: abbassamento delle difese immunitarie, carie e perdita di denti. Nelle donne si osserva una diminuzione di fertilità e la scomparsa del ciclo mestruale; in gravidanza aumenta il rischio d’aborto. La vita diventa disordinata e stressante, caratterizzata da sbalzi d’umore, con forti paranoie quando manca la dose d’eroina. Infatti, chi assume eroina, diviene rapidamente un emarginato e perde progressivamente tutti gli altri interessi; la necessità irrinunciabile d’eroina porta a considerare gli altri soprattutto come una fonte di denaro, con assillanti ricerche di prestiti e furti anche ad amici e familiari.
Marijuana / Hashish
La marijuana si crea dalle foglie e dai fiori secchi della cannabis, una pianta originaria dell’Asia, ma che è ormai coltivata e diffusa in tutto il pianeta. Comunemente conosciuta, come marijuana o “maria”, “erba”, “fumo”.
L’hashish, è la resina ricavata dalla pianta della cannabis, che solitamente viene impastata con del miele o del grasso animale, si trova sottoforma di tavolette di colore giallo-marrone o nero-verdastro. Solitamente, sia la marijuana, che l’hashish, sono fumati mescolati insieme al tabacco, ma possono essere, anche ingeriti, attraverso cibi o infusi. Gli effetti della marijuana e dell’hashish, sono quasi immediati e svaniscono dopo quasi tre ore: aumento delle percezioni sensoriali, aumento dello stimolo della fame, occhi arrossati e problemi di salivazione, diminuzione della pressione che, specie se si è assunto alcol, può provocare malessere nausea e svenimenti. Ci si sente subito rilassati e dopo l’iniziale euforia, un po’ confusi mentalmente.
Le “canne” rallentano i riflessi e quindi, messi così, confusi e poco concentrati, diventa pericoloso fare molte cose, soprattutto guidare. In generale, comunque, gli effetti sono legati allo stato d’animo dei consumatori, per cui se si è agitati o in ansia vengono amplificati gli effetti negativi e si sta ancora peggio. In alcuni casi e in soggetti che assumono forti quantità, si può verificare una modificazione dello stato emotivo con tristezza, tendenza all’isolamento, ansia ed apatia, assenza di partecipazione, disturbi dell’attenzione e della memoria identificati come “sindrome amotivazionle”.La cannabis inoltre ha un effetto di rottura nei confronti dei rapporti formali e gerarchici: i rapporti imposti dalle convenzioni vengono mal sopportati. Conseguentemente l’uso di cannabis, crea delle problematiche in situazioni in cui i rapporti, siano appunto di lavoro, di studio o comunque d’impegno e non di tipo ricreativo. A livello fisico, nel caso di forti dosi, è facile sentirsi male con una sindrome detta “collasso”, in cui si diviene pallidi, si suda freddo, si ha capogiri e nausea.
Alcol etilico
L’alcol etilico o etanolo, è una sostanza liquida incolore che si forma per fermentazione di zuccheri semplici. Vino, birra, distillati, superalcolici: mille forme di consumo del tutto lecite, che non devono far dimenticare, i rischi connessi all’uso di questa sostanza. Il consumo di alcol non è illegale, ma fa parte della nostra cultura. Questo porta a sottovalutarne i rischi, causando comportamenti dannosi per la salute fisica psichica e sociale. Si beve per rompere il ghiaccio verso gli altri, poiché il primo effetto è quello dell’ebbrezza: una sensazione di leggerezza, voglia di parlare, socievolezza, allegria. L’effetto dell’alcol, oltre che dalla quantità assunta, è determinato anche dal peso corporeo, dall’età, dal sesso per cui è bene conoscere le proprie reazioni all’alcol. L’uso continuato, per il fenomeno della tolleranza (aumento della quantità per ottenere i soliti effetti), può portare alla dipendenza. Con la dipendenza, si avvertono sintomi di mancanza della sostanza, tremori alle mani e alla lingua, crampi, nausea, ansia, irritabilità. A livello fisico l’uso continuativo d’alcol, provoca gastriti, ulcere, epatiti, cirrosi. A livello psichico, l’alcol porta dei cambiamenti d’atteggiamento, con la tendenza a diventare violenti, aggressivi, petulanti. Anche piccole quantità di alcol (un paio di bicchieri di vino, un boccale di birra, un bicchierino di superalcolico), possono determinare modificazioni della percezione del pericolo, della velocità, delle distanze e per questo l’alcol è causa di molti incidenti stradali.
Diffusione e Uso delle droghe e dell’Alcol
L’uso di droghe e alcol, risulta correlato a momenti di socialità e divertimento, ed è concentrato nei luoghi dove si balla. Rispetto al “quando” si nota che l’abuso di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti sono concentrati nel fine settimana ed aumentano con l’ora della notte. I soggetti consumatori d’alcol e di droghe, a scopo ricreazionale, non appartengono alle fasce sociali più svantaggiate o alle frange dell’emarginazione, ma vanno ricercati tra i giovani, gli studenti, gli impiegati, provenienti da categorie benestanti e acculturate. Per questi giovani, il rischio è collegato alla possibile futura dipendenza, ad eventi occasionali associati ad alterazioni (incidenti) o inesperienza (overdose), e dal consumo a lungo termine. La maggior parte ne fa un uso ricreativo contestuale, soprattutto nei luoghi del divertimento, e probabilmente solo una minoranza sarà interessata da fenomeni di dipendenza cronica e da conseguenti problematiche di disagio psico-sociale ed esclusione, tipici degli alcolisti e dei tossicodipendenti.
In rapporto alla sostanza stupefacente consumata ed ai modelli di consumo, si riscontrano notevoli differenze nelle condizioni sociali; le condizioni peggiori sono rilevabili tra i consumatori di eroina ed oppiacei e tra i tossicodipendenti cronici. Si è rilevato che le condizioni sociali dei tossicodipendenti, è caratterizzata da un livello d’istruzione basso (non essere mai andato a scuola; non aver completato le scuole elementari), da una condizione lavorativa di disoccupato e con una condizione abitativa precaria.
La tipologia del consumo di sostanze stupefacenti, all’interno della popolazione, si divarica su tre diversi livelli ed è correlata a fattori sociodemografici, alla percezione del rischio, agli stili di vita. Si distingue, un tipo di consumo come “esperienza una tantum” di sostanze stupefacenti, ovvero come un uso qualsiasi, nell’arco della vita di una persona. Un secondo tipo di consumo è denominato “uso recente” di sostanze stupefacenti, ovvero un uso qualsiasi nell’arco dei dodici mesi. Un terzo tipo di consumo è l”uso corrente” di sostanze stupefacenti, riferendosi ad un uso qualsiasi negli ultimi trenta giorni.
Il consumo di stupefacenti come esperienza una tantum e uso recente è superiore tra i giovani adulti (15-34 anni), che non nella popolazione nel suo complesso. La prevalenza di questi modelli di consumo fra i giovani adulti, si collega a un uso delle sostanze a scopo ricreativo, che appunto richiede uso contestuale al momento del divertimento.
Escludendo tabacco e caffeina, l’alcol è la sostanza psicoattiva maggiormente utilizzata dai giovani dell’Unione Europea. Si riscontra un aumento dei livelli d’ubriachezza e dell’uso corrente dell’alcol a fini ricreativi. Il bere da parte dei giovani fino ad ubriacarsi, denominato “binge drinking” (cinque o più bicchieri di seguito, negli ultimi trenta giorni), costituisce un crescete problema. In Italia oltre il 40% dei ragazzi, fanno un esperienza una tantum, di ubriachezza A ciò si connette la tendenza giovanile a coniugare l’uso d’alcol insieme a droghe illecite.
Riguardo al consumo di sostanze illecite, si concentra nei giovani adulti (15 -34 anni), soprattutto nella fascia maschile rispetto a quella femminile ed è prevalente nelle aree urbane, anche se recentemente si stia diffondendo nelle città più piccole e nelle aree rurali. Tra le sostanze illecite il consumo di cannabis, risulta di uso più frequente in tutti i paesi dell’Unione Europea, ed è in costante aumento. In Italia oltre il 20 % dei giovani fa un uso di cannabis. Questo comportamento va di pari passo con l’atteggiamento di permissivismo verso l’uso di cannabis, che è andato progressivamente aumentando a partire dagli anni 90. L’esperienza una tantum della cannabis è molto più elevata rispetto all’uso recente o corrente: ciò fa supporre che l’uso della cannabis tende ad essere occasionale, oppure che viene interrotto dopo qualche tempo.
Le sostanze illecite diverse dalla cannabis (anfetamine, ecstasy, cocaina) sono consumate da percentuali molto inferiori da parte dei giovani adulti. Anche in questo caso il consumo regolare o pesante è raro; per la maggior parte delle persone si tratta di consumo di breve durata, ovvero l’esperienza una tantum di sostanze stupefacenti è nettamente superiore ad un uso recente.
Dopo la cannabis, le droghe di uso più frequente sono di solito l’ecstasy o le anfetamine. In passato, la prevalenza dell’uso di anfetamine era in genere superiore alla prevalenza dell’uso di ecstasy, ma oggi questa differenza è meno evidente. Come accade con la cannabis, i tassi più elevati in termini di esperienza una tantum ed uso recente, si riscontrano tra i giovani adulti. Alcuni indicatori fanno pensare che il consumo d’ecstasy abbia continuato a diffondersi in alcune aeree della popolazione giovanile urbana Europea. Da alcuni studi emergono tassi di prevalenza estremamente elevati tra questi gruppi, per quanto nella popolazione in generale, non si osservi un aumento pronunciato del consumo d’ecstasy. A differenza degli altri paesi Europei, in Italia tra i giovani adulti è superiore un consumo recente di cocaina, rispetto ad un consumo recente d’ecstasy e anfetamine. Mentre il consumo d’eroina nei giovani adulti, è in calo in tutti i paesi dell’ Unione Europea.
Il livello di diffusione dello sostanze stupefacenti, è direttamente collegato dalle rotte internazionali della droga. L’Italia, come è noto, non è un paese produttore di sostanze stupefacenti. Le droghe dunque giungono nel paese direttamente dai Paesi produttori e raffinatori, in relazione all’efficacia delle attività di contrasto, poste in essere dagli Organismi nazionali interessati. In Italia i flussi di cocaina e anche di cannabis, giungono a partire dalla diramazioni originate in sud-America e in Africa, dove si sono costituite vaste aree di stoccaggio. Mentre il traffico di anfetamine, ecstasy, allucinogeni parte dal mercato Europeo, in particolare dall’Olanda e dalla Polonia. Per quanto riguarda il traffico d’eroina, la rotta Cinese è quella principale.
Il numero di sequestri di stupefacenti in un determinato paese viene considerato, solitamente come un indicatore indiretto dell’offerta e della disponibilità di sostanze stupefacenti, per quanto esso rifletta anche le risorse, le priorità e le strategie delle forze dell’ordine .
La cannabis è la droga oggetto del maggior numero di sequestri in tutti gli Stati membri, eccetto il Portogallo dove prevalgono i sequestri d’eroina. Il numero di sequestri di cannabis è aumentato continuamente nell’Unione Europea a partire dal 1985, ma sembra essersi stabilizzato a partire dal 1999. Fin dal 1996 la Spagna, ha sequestrato il maggior quantitativi di cannabis, più della metà del totale sequestrato in tutta l’Unione Europea. In Italia sono stati sequestrati nel 2001 attorno a 53078 kg. di cannabis.[1] Per quanto concerne i sequestri di cocaina è emerso un complessivo aumento dei sequestri a partire tra il 1985 e il 2001[2]. Nel 2001, è stato segnalato un marcato aumento, dovuto principalmente ad un forte aumento del quantitativo totale di cocaina sequestrato in Spagna, che si conferma, come per la cannabis, con il livello più alto di sequestri. I sequestri di droghe sintetiche (anfetamine, ecstasy, lsd) sono aumentati in tutta l’Unione Europea tra il 1985 e il 1999, stabilizzandosi nel 2001.
Le discoteche e il mondo delle sostanze stupefacenti
L’uso di sostanze stupefacenti e d’alcol, risulta legato a momenti di socialità e di divertimento ed è concentrato nei luoghi dove si balla, come le discoteche. Questo comportamento da parte dei giovani, all’interno dei contesti del divertimento notturno, è spiegabile per la curiosità e per la sperimentazione di momenti emozionalmente forti. Inoltre il giovane considera come importante esclusivamente il momento presente, ovvero ciò che viene vissuto positivamente qui ed ora, senza una prospettiva riguardo alla conseguenza dei propri comportamenti, come se il tempo fosse costituito da attimi separati l’una dall’altro e non da un continuum presente. A questo atteggiamento, spesso si collega la tendenza a supervalutare se stessi e in particolare le proprie capacità di autocontrollo, associata ad una complementare sottovalutazione dei rischi connessi all’uso dell’alcol e-o di droghe. A questi fattori che spingono all’uso di alcol e di droghe, se ne aggiungono altri, come i comportamenti e gli stili di tipo imitativo all’interno del gruppo, la reperibilità sul mercato, occasioni favorevoli.
Oggi per i giovani, è molto più facile usare alcol e droghe per divertirsi, perché prevale un atteggiamento di permissivismo nei loro confronti. Le ricerche condotte, evidenziano un aumento da parte dei giovani, verso la propensione a trasgredire. Ciò è particolarmente vero per l’uso saltuario di “droghe leggere”, ovvero il fumare occasionalmente della marijuana, in cui ci si riconosce, ben il 40% dei giovani, tra i 15-24 anni. La possibilità di ubriacarsi, non è esclusa oggi, da ben il 70% dei giovani. Il 16% dei giovani ha un atteggiamento permissivo verso l’uso d’ecstasy in discoteca e un 7% è propenso verso l’uso di droghe pesanti, come l’eroina. Se in passato alcol e droghe, venivano considerate dai giovani come un elemento trasgressivo se non addirittura di protesta rispetto il mondo delle regole e del conformismo, oggi si osserva una progressiva “normalizzazione” dell’uso in genere, soprattutto per quanto riguarda l’uso delle droghe leggere e l’uso problematico dell’alcol. L’eroina, conserva ancora l’immagine negativa, legata allo stereotipo del tossico, emarginato socialmente; mentre le droghe leggere, fanno parte della normalità e quelle sintetiche insieme all’uso della cocaina, stanno perdendo una connotazione negativa, in certe fette di popolazione e in certi contesti.
In concomitanza ad un cambiamento di atteggiamento dei giovani, verso le droghe, è cambiato anche quello, verso la discoteca, che ha perso quella carica di trasgressione, che aveva all’inizio degli anni 90, caratterizzata dal fenomeno della techno e dall’uso di certe sostanze, come l’ecstasy.
Il fenomeno dell’ecstasy come droga culto del sabato sera e della discoteca, ha perso la sua centralità e quella forza trasgressiva, che aveva all’inizio degli anni 90, quando l’ecstasy accoppiata insieme alla techno music, spopolava nelle discoteche di tutta Italia. Oggi sono pochi i locali di tendenza che fanno solo musica techno, in quanto la maggior parte delle discoteche hanno un’offerta diversificata, principalmente con musica commerciale. Il giovane all’interno di una “rinnovata” discoteca, ben distinta e lontana da quella degli anni 90, si diverte, sfoggiando comportamenti esibizionistici sia nel vestire che nell’uso di sostanze, che si collocano all’interno di un atteggiamento di “normalità”. In questo contesto l’uso d’alcol è ideale, da solo o come substrato ad altre sostanze, per chi cerca nel divertimento del fine settimana, un passaggio obbligato dei modelli comportamentali socialmente più accettati, se non anche per un certo verso subiti.
I giovani d’oggi percepiscono una sorta d’”istituzionalizzazione” della discoteca, che ha influito nel mettere in crisi la discoteca come luogo della trasgressione. La trasgressione e l’uso più massiccio di altre sostanze si è spostato, in altri luoghi e momenti della notte: i rave legali e illegali, i locali che fungono da pre-dopo discoteca, (i pub, i bar, i disco-pub) oppure le feste private, in cui ognuno può autogestirsi a piacimento. Non solo la discoteca, ma anche tutti gli altri locali del loisir e degli spazi notturni, rappresentano per i giovani, un ambito privilegiato del consumo di alcol e droghe.
Dopo l’alcol le sostanze stupefacenti utilizzate a scopo ricreativo, in particolare nei luoghi legati al ballo e alla musica (ovvero la discoteca e tutti i locali che funzionano da pre-dopo discoteca) sono la cannabis, la cocaina, l’ecstasy e l’eroina. Oggi non solo nella discoteca, ma anche negli altri luoghi del divertimento notturno, è presente un offerta quantitativamente rilevante e diversificata di sostanze e dei potenziali consumatori.
Per i giovani nei locali notturni è relativamente facile reperire sostanze ed è anche facile avere occasioni in cui le sostanze sono offerte. Il 37% dei giovani tra i 15-34 anni, gli è capitato di sentirsi offrire cannabis, il 12% ecstasy, all’11% della cocaina, mentre l’offerta di eroina ha riguardato meno di quattro giovani ogni cento. La cannabis è la droga illegale, largamente dominante nella scena, e come le altre sostanze è di facile reperibilità, da qualche amico, a scuola, alla sala giochi, in discoteca e in tutti gli altri luoghi del divertimento notturno.
L’Alcol nelle discoteche
In discoteca rimane forte il problema dell’alcol, in quanto s’inizia a bere nei locali che funzionano da pre-discoteca (happy-hour, aperitivi, pizzerie, ristoranti, pub, bar, birrerie) e si continua in discoteca. L’alcol da sempre nella nostra cultura, all’interno del contesto della festa e delle relazioni interpersonali, è accettato. A maggior ragione, l’alcol nei locali del divertimento notturno, come la discoteca, rimane una sostanza, che si adatta bene a chi vuole divertirsi esagerando un po’, oppure per coloro che vogliono “sballarsi”, evitando di prendere droghe illegali, per paura o inesperienza. L’alcol è fra le sostanze psicoattive quella più diffusa e meglio integrata nel contesto culturale e sociale e il suo consumo è pienamente legale. Contrariamente alle droghe illegali, raramente è vissuto come sostanza marginalizzante, a meno che, non si sia consumato in “eccesso”.
In discoteca i giovani consumano soprattutto cocktail e superalcolici, per ottenere uno stato inebriante, adatto all’ambiente edonista della discoteca. Pur avendo dei costi elevati, i giovani non si privano di uno e più bicchieri d’alcol, necessari per raggiungere uno stato mentale “arzillo”, che “aiuta” a vivere il divertimento, in discoteca.
L’uso d’alcolici è parte integrante dello stile di divertimento giovanile, centrato sulla valorizzazione dell’uso inebriante dell’alcol. In Europa 57000 di adolescenti muoiono ogni anno a causa dell’uso d’alcol. Esemplificando, in Europa un decesso su quattro sui ragazzi tra i 15 e i 29 anni è dovuto all’alcol e si attribuisce il 10% del carico di malattie.
I problemi di salute, sanitari e sociali legati all’alcol non sono associati solo all’eccessivo consumo, ma insorgono anche a fronte di livelli di assunzioni moderate. A questo proposito è importante considerare che l’uso/abuso di alcol, oltre ad avere conseguenze dirette sulla salute, causando l’insorgenza di determinate patologie a differenti livelli di gravità, ne ha altre indirette. In primo luogo causa una spesa sociale considerevole, in termini di perdita di produttività e di costi per la salute, portando all’utilizzo di una quota significativa di servizi sanitari. Inoltre è considerato uno dei fattori diretti degli incidenti stradali, che portano al fenomeno delle “stragi del sabato sera”. L’alcol fra i giovani è spesso usato insieme ad altre sostanze e ciò fa aumentare i rischi verso la perdita di salute del giovane. Oggi i giovani, hanno accesso ad una serie più ampia di stupefacenti e sono più numerosi quelli che li consumano insieme all’alcol.
Attualmente l’abuso di alcol tra gli adolescenti, raramente esiste senza il concomitante uso di altre droghe, anche se l’alcol rimane la droga prevalente d’abuso tra loro. Emerge una poliassunzione fra i giovani, in cui la più diffusa combinazione è quella fra alcol-droga. Partendo dal presupposto che oggi, fra i giovani, “se non c’è lo scenario adatto non c’è assunzione”, la discoteca insieme ad altri luoghi del loisir notturno, si presenta come un contesto adatto per una poliassunzione di alcol e altre droghe. Tali sostanze sono consumate in gruppo, non c’è un rapporto privatistico come per l’eroina, ma le si prendono per sentirsi ancora di più “parte della tribù, per sfondare la notte”. Spesso l’alcol rappresenta una “sostanza di passaggio” all’uso sequenziale di altre droghe, ovvero è un trampolino di lancio verso l’uso di altre sostanze, seguendo un ordine cumulativo, che secondo alcuni studi, procede dall’alcol verso l’uso di sigarette, marijuana e cocaina.
Come ha messo in evidenzia il direttore esecutivo dell’OEDT Georges Estievenart in Europa l’uso di alcol e di droghe illegali, fra i giovani, è aumentato alla fine degli anni 90. Nonostante qualche segnale di stabilizzazione, non c’è nulla che indichi una generale diminuzione significativa. Perciò l’UE, deve adoperarsi a fondo per raggiungere l’obiettivo definito nel piano d’azione delle droghe e dell’alcol. Una delle soluzioni possibili è quella d’investire maggiormente nella prevenzione dei giovani detti “vulnerabili”, tra i quali l’uso di droghe e alcol è più elevato.
L’Ecstasy, l’lsd, le anfetamine: Nuove droghe e altre sostanze
L’Ecstasy, l’lsd, le anfetamine, si definiscono “nuove droghe”, ma in realtà proprio nuove non sono, se è vero che l’Mdma, è stata sintetizzata nel 1912, la dietilamide dell’acido lisergico nel 1938 e le anfetamine a fine 800. Sono invece originali le modalità e i contesti in cui si consumano queste sostanze, riscoperte all’inizio degli anni ’90 da una nutrita fetta di ragazzi, che ne ha fatto un ingrediente fondamentale del proprio modo di vivere la notte e il loisir. Sono utilizzate, in genere, in un tempo e in uno spazio ben precisi: il tempo del week-end, (inteso come zona franca in cui salta tutto ciò che appartiene al quotidiano e si dà via libera alla sperimentazione), e lo spazio della discoteca, del rave o di qualsiasi evento analogo in cui la musica techno, in tutte le sue varianti (soprattutto progressive e underground) domina la notte. Per questo, forse, più che “nuove”, e oltre che “chimiche” (o “di sintesi”) andrebbero definite “di contesto” (gli inglesi le chiamano “dance drug”, ovvero droghe da ballo).
Anche se queste sostanze, sono note in Italia già da qualche anno, cominciano a far parlare di sé attorno al 1990. In quel periodo, a seguito di tendenze anticipate negli Stati Uniti e nella stessa Inghilterra, assume connotazioni più precise un certo stile di vita del mondo giovanile, che ruota attorno al fine settimana, alla moda e alla musica di tendenza (house e techno). La discoteca, uno dei più importanti luoghi di aggregazione di massa di questi ultimi anni, torna in voga e in più, arrivano anche in Italia, i rave. Sull’onda di questa rivitalizzazione della club culture, fioriscono anche i fuori orario (after-hours). Il consumo di droghe di sintesi tende ad affermarsi soprattutto in questi contesti. Naturalmente non tutti (e sono davvero tantissimi), quelli che ascoltano la techno, vanno in discoteca o frequentano i rave, consumano anche queste sostanze. Così come non tutte le discoteche (o rave, etc) sono interessate da questo fenomeno, che è particolarmente osservabile in alcuni ambiti, quelli che vengono definiti “di tendenza”. Ma fra gli habitué della techno-notte, l’area degli sperimentatori e degli occasionali consumatori (cioè di chi usa una volta o due e poi smette) è probabilmente ampia.
Analizzare il rapporto tra nuove droghe e il divertimento in discoteca, significa prendere in analisi tre significati che sono associati al consumo di tali droghe: il significato del gruppo, il significato dell’ambiente, il significato del consumo individuale.
Per quanto riguarda il primo significato, il gruppo informale, è da intendere come “sistema di frequentazione”, cioè come contesto nei quali la comunicazione è insieme, intensa (interpersonale e intima) ed estesa (orientata al divertimento). Il consumo personale di sostanze stupefacenti ed il divertimento, sono compatibili con la frequentazione di gruppo, la quale, da una parte rispetta delle sperimentazioni personali e, dall’altra favorisce il divertimento. Tuttavia, tra gruppo e consumo di sostanze stupefacenti non c’è alcuna associazione diretta. In primo luogo il consumo di sostanze è individualistico e il gruppo viene sostituito da un ambiente spazio-temporale, nel quale il “popolo della notte” diventa un fattore molto più trainante della frequentazione. All’interno delle discoteca o dei rave, la frequentazione viene sospesa, perché è una struttura troppo ingombrante per un genere di contesti, centrati su un divertimento fisico, sensoriale. Insieme al gruppo, si va in discoteca o al rave, ma una volta entrati, le relazioni interpersonali su cui si fonda il gruppo, sono sospese. Contemporaneamente il consumo di “nuove droghe” non minaccia la frequentazione del gruppo, e per questo si configura come riferimento “rassicurante”, sulla normalità della situazione sociale e sul fatto che non si è dipendenti. Questo è un motivo che lega la frequentazione del gruppo al consumo di sostanze stupefacenti.
L’ambiente spazio-temporale dei luoghi del loisir notturno, soprattutto le discoteche, si presentano come luoghi istituzionalizzati della frequentazione, che tendono ad anestetizzare il divertimento di gruppo.
Per quanto riguarda il significato del consumo individuale, il consumo di “nuove droghe” si presenta sia alla sperimentazione personale occasionale che, sebbene in misura molto minore, ad un consumo più continuato e sistematico. Sono consumate soprattutto da giovani adulti, quasi esclusivamente maschi e assai spesso non studenti. Sono soggetti che non vivono una condizione socio-economica di disagio, ma all’opposto sono coinvolti in un ambiente consumistico. L’uso di nuove droghe, come l’ecstasy, risponde all’affascinante idea di “provare”, per vivere fino in fondo la propria vita, convinti così di poter valorizzare se stessi senza veri e propri danni, pervasi da un senso di sicurezza, più che interessati al rischio. Il fascino del consumo è nell’esasperazione di un mito del nostro tempo:la rivoluzione cognitiva, l’apertura infinita al possibile, l’indistruttibile lucidità di una mente libera.
In discoteca, come nei rave non si consuma solo “nuove droghe”, ma è diffusa una poliassunzione. E’ tipico dei giovani consumatori di “nuove droghe”, quella di prendere più sostanze, in una stessa sera. Molti bevono alcolici, soprattutto birra e cocktail. Molti aggiungono all’ecstasy dell’lsd (mezzo francobollo o uno intero) per accentuare l’effetto dell’mdma, oppure anfetamina o cocaina per poter ballare di più. Ormai la cocaina, ha abbandonato il suo status di droga “glamour”, legata solo al bel mondo e sta velocemente diventando, un’abitudine di consumo anche di questi contesti, sniffata come piatto forte della serata o per dare il tono ‘giusto’ a qualche altra droga. L’hashish, naturalmente, non manca. Si usa in genere alla fine: per far “scendere” l’eccitazione delle pastiglie, ma c’è anche chi fuma all’inizio, per far “salire” più lentamente lo sballo. Fra i classici consumatori di ecstasy, sono ancora molto pochi e legati a circuiti estremi e devianti, quelli che decidono di usare eroina. Eventualmente viene “tirata” al termine della loro notte, quando si accorgono di non riuscire a sedare l’ipereccitazione provocata da uso e abuso di queste sostanze, rischiando di diventare dipendenti da eroina senza rendersene conto. Per lo stesso motivo, quando capita, i più, prendono sedativi. Verso mattina la festa finisce. Allora, si sale in macchina e si cerca un posto dove far colazione. La maggior parte dei giovani tornano a casa, ma se da qualche parte, c’è un “fuori orario” qualcuno ci va, anche quando è distante. Arriva il primo pomeriggio della domenica. C’è chi va a dormire o si ferma in uno dei motel che stanno ai margini delle superstrade, a continuare a far festa; altri si dirigono allo stadio oppure a un After tea. E in un attimo è lunedì. Riparte la settimana, con i consueti ritmi di lavoro e di studio, che si cerca di mantenere fino al nuovo sabato.
La discoteca non si presenta come il solo spazio d’assunzione di una sola sostanza stupefacente, in particolare d’ecstasy, ma esiste un consumo di una pluralità di sostanze, tra cui spicca quello di cannabis, di cocaina e d’alcol. In secondo luogo, la discoteca non è l’unico contesto notturno, dove i giovani assumono droghe, ma c’è un consumo di sostanze per la tipologia d’offerta dei locali notturni, che parte dall’ happy-hour per arrivare all’after-hour.