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Medicina

Cosa sono i campi recettivi e perché possono espandersi molto poco

I campi recettivi possono essere piccoli o grandi perché i neuriti possono espandersi molto o poco. I campi recettivi sono molto importanti. Il neurone sensitivo ha il suo campo recettivo periferico che può essere ad esempio sulla superficie cutanea: il più semplice recettore, il modello più semplice, sarà la retina che è una superficie di cellule sensitive, estroflessione del sistema nervoso centrale. Se c’è un campo recettivo di un certo tipo uno stimolo di piccole dimensioni, uno stimolo debole, deforma principalmente una parte del campo e questo neurone produce un certo potenziale di recettore e a cui corrisponde una certa frequenza di scarico. Se applico uno stimolo più forte, depolarizzo più terminali dello stesso neurone e questo produrrà una frequenza di scarica più ampia. La cosa è che io qui riconosco solo se lo stimolo è debole o è forte. Non riconosco dove è lo stimolo.
In una sensazione come quella tattile se le mani fossero un solo campo recettivo non riuscirei a riconoscere quello che sto toccando. Se avessi un solo campo recettivo non riconoscerei le dita della mano tra di loro. Se devo riconoscere la localizzazione di quello che tocco devo avere campi recettivi non tanto grandi. Infatti toccando un punto con questo campo recettivo riconosco che ho non solo una differenza di intensità di stimolazione ma anche di localizzazione: io so che è in un punto preciso perché faccio scaricare, produrre potenziali di azione, solo a un certo neurone.
Se ho uno stimolo più forte ci possono essere tre cellule che mi dicono che lo stimolo è forte, ma contemporaneamente c’è un sistema che mi dice che lo stimolo in questo punto: contemporaneamente mi dice l’intensità e la localizzazione dello stimolo. Quindi i campi recettivi devono avere delle dimensioni definite per i riconoscimenti della localizzazione.

Se ho due stimoli posso averli grazie ad un compasso che ha due punte che toccano la cute in due punti diversi. Queste due punte sono a una certa distanza. Se cadono in un campo recettivo grande la cellula nervosa manda un’informazione proporzionale all’intensità dello stimolo ma dato che il campo recettivo è uno questa cellula non sa riconoscere i due stimoli come due cose distinte, non sa riconoscere se ci sono due cose che la toccano: per la cellula nervosa questo è uno stimolo unico: ci sono due punte separate ma sembrano un segmento puntato. Se voglio riconoscere le due punte come separate bisogna che io mandi messaggi separati al sistema nervoso centrale e questo vuol dire che devo avere campi recettivi più piccoli: se io ho tanti campi recettivi piccoli le due punte del compasso possono cadere su campi recettivi di cellule differenti: allora al sistema nervoso centrale arriva l’informazione che riguarda le due cellule che dicono di essere state toccate entrambe in punti diversi tra di loro: sono due informazioni separate mentre nel primo caso l’informazione era considerata come unica.

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Medicina

Differenza tra anemie flogistiche e anemie emolitiche (appunti)

Anemia flogistica

Malattia in cui ci sia Hb ridotta, MCV ridotta, sideremia ridotta, una saturazione della transferrina normale, una ferritina alta. Questa è l’anemia flogistica. L’infiammazione apparentemente riduce il ferro, in realtà lo sequestra. Nelle malattie infiammatorie sia acute che croniche l ‘eritropioesi si riduce a causa delle citochine proinfiammatorie. Lo stesso succede anche nel post-operatorio e la prima cosa a cui si pensa che l’anemia sia dovuta a un’emorragia. Se si ha la prontezza di misurare sideremia (che sarà bassa) e ferritina (alta) si scopre l’anemia infiammatoria.

IL-6 stimola l’epatocita a produrre epcidina che blocca il rilascio di ferro dal macrofago e dall’intestino. Quindi quando abbiamo anemia con ridotta sideremia può essere o flogistica o carenziale (per differenziarlo vediamo la ferritina che sarà aumenta nel primo caso e ridotta nel secondo). Comportamento opposto ce l’ha la trasferrina che si riduce nella flogosi e aumenta nella ferro-carenziale. Il globulo rosso diventa in entrambi i casi microcitico.

ANEMIE EMOLITICHE

La diagnosi prevede anemia, reticolocitosi, bilirubinemia indiretta. Senza queste tre cose è difficile ma non impossibile questa diagnosi. C’è un test specifico: il test di coombs diretto che vede se sul globulo rosso ci sono immunoglobuline. Per scoprirle si usano Ig di animali contro queste Ig umane. Il test di Coombs indiretto vede invece se ci sono Ig circolanti nel plasma.

Il test se positivo mostrerà agglutinazione, se negativo non la mostrerà.

Inoltre dal tipo di Ig che è l’autoanticorpo noi capiamo il tipo di malattia.

Ci sono due malattie con una clinica diversa: abbiamo una clinica per le anemie emolitiche autoimmuni da autoanticorpi caldi che sono delle IgG (caldo attiene a una definizione di laboratorio) e poi quelle con autoanticorpi freddi che sono delle IgM. Queste ultime hanno un’emolisi intravasale, le IgG extravasale perciò possono essere trattate con splenectomia (quelle intravasale no). La terapia cardine è una terapia immunosoppressiva: per gli autoanticorpi caldi la prima scelta è il cortisone alla dose di 1-1,5mg/Kg; se fallisce passiamo alla splenectomia; se anche questo fallisce passiamo all’anticorpo monoclonale anti CD20 (Rituximab). Per la crioagglutinemia abbiamo solamente il rituximab, prima dell’era degli anticorpi monoclonali non c’era niente. Un ultimo concetto: queste malattie possono essere primitive e riguardare solo i globuli rossi o possono complicare una malattia linfoproliferativa ossia una leucemia linfatica cronica oppure un linfoma a basso grado. Questo è molto importante. Ancora una volta una differenza tra anticorpi caldi e freddi perché nella maggior parte delle volte la malattia da autoanticorpi freddi è …..sotto malattia linfomatosa. la malattia con autoanticorpo freddo ci impone una diagnostica più aggressiva per individuare un eventuale clone neoplastico, quella a autoanticorpi caldi invece non è così ma anche queste possono essere secondarie a malattie linfoproliferative, malattie autoimmuni, malattie neoplastiche, sindromi da immunodeficienza. Ma ci sono anche un numero sostanzioso di forme primitive. Nelle forme primarie da autoanticorpi freddi ho messo un punto interrogativo perché alcuni autori non le riconoscono ma affermano che deve sempre essere presente una malattia linfoproliferativa di base, ma questo per la nostra esperienza non è detto (lo riporto per completezza). Il rituximab manda la malattia in regressione ma non la risolve e questa si può ripresentare a distanza di qualche anno.

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Medicina

Sindrome di Raynaud: riassunto e caratteristiche generali (medicina)

Le cosiddette mani fredde sono dovute, nella maggior parte dei casi, a un disturbo circolatorio che coinvolge i piccoli vasi sanguigni delle dita, chiamato fenomeno di Raynaud. È caratterizzato da improwise crisi di pallore e cianosi delle dita, che si traducono in un mutamento di colore delle estremità. Generalmente i fattori scatenanti sono rappresentati dall’esposizione al freddo o agli stress emotivi. Il fenomeno di Raynaud è articolato in tre fasi: nel primo stadio, ischemico, si assiste alla comparsa del pallore (”dita bianche”), con un senso d’intorpidimento; segue una fase cianotica, in cui le dita diventano bluastre; infine, nella terza fase, denominata iperemica, le estremità acquistano un colore rossastro. Solitamente questa manifestazione è bilaterale e non genera conseguenze; nelle forme legate ad altre patologie, il disturbo può determinare la comparsa di ulcere e cicatrici ai polpastrelli. La maggior parte di chi soffre del fenomeno di Raynaud sviluppa questo problema senza che vi sia una malattia sottostante: in questo caso si parla di malattia di Raynaud. Altre volte gli episodi di pallore e cianosi delle dita si manifestano sullo sfondo di altre condizioni patologiche (come la sclerodermìa, il lupus eritematoso sistemica e l’artrite reumatoide). ll fenomeno di Raynaud è spesso un disturbo professionale quando l’individuo è esposto agli stress vibratori. Si parla in tal caso di ”sindrome del dito bianco da vibrazione”, una patologia che compare generalmente dopo molti anni di microtraumi vibratori indotti dagli strumenti di lavoro (come i martelli pneumatici). I cambiamenti del colore cutaneo sono legati alle variazioni di calibro subite dai piccoli vasi arteriosi delle dita: l’iniziale, intensa vasocostrizione delle arterie produce una riduzione dell’afflusso di sangue con conseguente comparsa di pallore e cianosi; il rossore, che affiora dopo la crisi, è invece dovuto alla dilatazione vascolare.

Per evitare il freddo indossare guanti : vestirsi in maniera appropiata quando si esce al freddo è la prima procedura utile. In estate è bene evitare gli ambienti con aria condizionata troppo fredda. Durante l’attacco, mettere le mani sotto il getto di acqua calda o fare ruotare le braccia per fare affluire più sangue.

Aumentare il flusso del sangue Lo stress peggiora la malattia di Raynaud: adottare tecniche di rilassamento e respirazione. La nicotina, i farmaci usati contro il raffreddore e pillole prescritte durante le diete dimagranti e l’efedrina dovrebbero essere usati con molta cautela. Evitare il fumo è particolarmente importa…te per chi soffre di malattia di Raynaud.
Farmaci: Vengono prescritti i bloccanti dei canali del calcio, di solito la nifedipina.

La nitroglicerina è stata a volte usata a livello topico per dilatare ivasi sanguigni.

Chirurgia

Un intervento chirurgico chiamato simpaticectomia locale digitale serve per i casi più severi: si interrompono i nervi che vanno alle zone interessate per bloccare l’innervazione intorno ai vasi sanguigni.

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Medicina

Rimedi per la disfagia secondo la medicina e la omeopatia

La disfagia è il termine tecnico per definire un’alterata deglutizione. Si riconoscono fondamentalmente 2 forme principali di disfagie: in quella cosiddetta oro-faringea si fa fatica a trasferire volontariamente il cibo dalla cavità della bocca nell’esofago. Le cause? Processi infiammatori della cavità orale della faringe ma anche affezioni neurologiche (come ii morbo di Parkinson ola distrofia muscolare). La disfagia esofagea è invece la forma senz’altro più comune: si avverte una sensazione di blocco, come se il cibo si arrestasse in corrispondenza della sterno, un disagio che si risolve solo quando, insistendo nel deglutire con l’aiuto di un sorso d’acqua, il cibo raggiunge finalmente lo stomaco (oppure, se cosi non e quando viene rigurgitato all’esterno).

Cause della disfagia in medicina

Le cause della disfagia sono svariate: un restringimento del tubo esofageo (stenosi) causato da un infiammazione cronica dell’organo (conseguente in genere al reflusso di succo acido dallo stomaco); alterazioni dell’innervazione (come gli spasmi esofagei diffusi); le formazioni tumorali; la presenza di un diverticolo in corrispondenza della faringe e l’esofago che, riempiendosi con parte del cibo inghiottito, finisce per causare un difficoltoso transito degli alimenti (ma anche alito cattivo, rigurgiti e tosse). La diagnosi può contare su svariati esami strumentali, come l’esame radiologico del tratto superiore del tubo digerente o l’esofagogastroduodenoscopia, Altri esami che potranno essere richiesti dal curante possono essere: la Tac del torace, l’esame attuato con radioisotopi, ia pH-metria (si legge ”piacca-metria”) con il quale si misura il livello di acidità, e la mamometria esofagea, che misura il tono dello sfintere esofageo inferiore.

Rimane molto Importante trovare la causa della disfagia: princ1palmente Si tratta dl cause organiche, ma in alcuni casi il motivo è psicologico. Il trattamento è conseguente all’accertamento della causa. La visita medica è molto utile per capire se la disfagia sia solo per i cibi solidi, liquidi o per entrambi e per prescrivere gli eventuali approfondimenti. O Alimentazione Bisogna prevenire la disidratazione e la malnutrizione. L’alimentazione in caso di disfagia dovrebbe essere basata solo su cibi che possono essere masticati e deglutiti senza pericolo.

La dieta da seguire in caso di Disfagia

La dieta dovrebbe avere una consistenza cremosa, evitando cibi appiccicosi che aderiscono al palato e creano affaticamento, ed evitando cibi frammentati in piccoli pezzi che si disperdono in bocca e aumentano la possibilità di soffocamento. Nei casi gravi gli alimenti liquidi non sono indicati perché possono defluire nell’area faringea spontaneamente, senza che venga stimolato il riflesso della deglutizione, quindi entrare nelle vie respiratorie: per evitare ciò gli alimenti possono essere resi densi utilizzando sostanze addensanti. In base al grado di disfagia, possono essere controindicati alimenti con doppia consistenza come: latte coi cereali, passato di verdura con pastina, yogurt con pezzi di frutta. O Terapia fisica La disfagia può essere migliorata e a volte risolta con accorgimenti iìsici (e di postura) e fisioterapia. È importante avere una buona regolarità nell’assunzione di cibo e imparare a mantenere la stazione eretta (busto e gola dritti) anche da seduti. O Farmaci È importante sapere che alcuni farmaci antiepilettici e contro l’insonnia possono compromettere la deglutizione. I farmaci da usare in caso di disfagia dipendono molto dalla causa della disfagia stessa: per questa ragione è opportuno consultare un medico e avere una diagnosi precisa prima di effettuare terapie.

La Chirurgia: a volte la disfagia può essere risolta solo con un intervento chirurgicoz per questa ragione è indispensabile il consulto medico.

Estratto dal libro “2000 rimedi per 200 disturbi”