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La guida sotto l’effetto di Alcol: fattore di rischio altissimo nella genesi dell’incidente stradale

L’uomo convive con l’alcol da oltre 6000 anni, esso ha lasciato molte tracce sia nell’arte, nella letteratura e nella cultura popolare ed ha avuto diversi significati a seconda del periodo considerato. L’alcol ha rappresentato e rappresenta nelle diverse società, non solo una bevanda come le altre, non solo una componente dell’alimentazione, ma anche un elemento […]

L’uomo convive con l’alcol da oltre 6000 anni, esso ha lasciato molte tracce sia nell’arte, nella letteratura e nella cultura popolare ed ha avuto diversi significati a seconda del periodo considerato.

L’alcol ha rappresentato e rappresenta nelle diverse società, non solo una bevanda come le altre, non solo una componente dell’alimentazione, ma anche un elemento naturale “carico” di valenze simboliche, un mezzo di socializzazione e di comunicazione, uno strumento di estraniazione e fonte di problemi sociali. Purtroppo l’abuso di questo ha un’incidenza negativa causando patologie alcolcorrelate, incidenti stradali, rendendo difficili i rapporti sociali soprattutto nell’ambito familiare.

La ricerca sociale in materia di alcol ha tradizioni diverse a seconda dei Paesi, nel Nord-Europa è più sviluppata, mentre in Italia è ancora predominante l’approccio medico e l’interesse per le conseguenze psico-fisiche. Quindi in Italia è poco sviluppato l’interesse del bere come processo sociale simbolico. Ecco perché le scienze sociali possono apportare e contribuire ad una comprensione di questo fenomeno.

La distinzione tra le cosi dette culture “bagnate”, in larga misura rappresentate dai paesi che si affacciano al bacino Mediterraneo, e le culture cosi dette “asciutte” che caratterizzano in prevalenza i paesi anglosassoni, abbiano perso di incisività.

Oggigiorno, i processi di internazionalizzazione dei modelli del bere (in termini di valori d’uso,sostanze, contesti e modalità di consumo) hanno ridotto la distanza tra i due stili di consumo alcolico sottesi a questa distinzione. Sembra cioè meno facile di un tempo contrapporre al modello del gioioso consumatore latino, che esalta le valenze celebrative e socializzanti del vino in condivisione con gli altri, lo stereotipo del depresso bevitore scandinavo, che annega le sue tristezze in un bicchiere di birra o superalcolico.

La riduzione della distanza tra i due modelli ha segnato soprattutto le culture bagnate e in particolare per quel che riguarda l’Italia, quella giovanile, nel senso che i consumi si sono indirizzati verso le bevande nord-europee (birra e superalcolici) a discapito del vino.

Le indagini che ho fatto giungono a conclusione che in Italia soprattutto i giovani nella fascia di età compresa tra 14-30 anni fanno uso e abuso di sostanze alcoliche e si è notato che nel sesso femminile sta aumentando sempre di più il consumo.

Oggi possiamo notare che i ragazzi dispongono sempre di più dell’automobile e del motorino e alla luce delle statistiche e avvenimenti attuali, la guida sotto l’effetto di alcol rappresenta un fattore di rischio più potente nella genesi dell’incidente stradale grave o mortale.

Proprio per questo motivo, data l’alta prevalenza del consumo di bevande alcoliche soprattutto in età giovanile, è importante attuare campagne di prevenzione sull’educazione e salute alle problematiche alcologiche.